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Società

Fake news sempre più insidiose, ma non per i giovani

24.04.2024

Molti italiani faticano a individuarle. I giovani, però, sono meno inclini a cadere nella disinformazione. Analisi e dati su un problema caratterizzante di un mondo iperconnesso.

C’era un tempo in cui un uomo, un filosofo di nome Marshall McLuhan, aveva riposto grande fiducia nella tecnologia: essa avrebbe distribuito conoscenza a tutti su tutte le cose, tanto che il mondo sarebbe diventato un grande “villaggio globale”. Un mondo in cui tutti avrebbero avuto la possibilità di essere sempre informati su tutto, dando vita a una società in cui, grazie all’informazione, le distanze culturali tra gli individui si sarebbero ridotte. Se in parte questa profezia si è avverata, perché a distanza di 60 anni viviamo in un mondo iperconnesso, è anche vero che la tecnologia ha portato con sé il suo lato oscuro: la rapidissima diffusione delle fake news.

Le informazioni che circolano in rete sono molte, più di quelle che un cervello umano possa assorbire, tanto che gli esperti del settore parlano di overload informativo. Molte di queste, però, sono anche false: lo abbiamo per esempio visto con il Covid quando, secondo Agcom, il 30% delle fake news riguardava la pandemia. Ma lo vediamo ogni giorno, qualsiasi sia la tematica. E i social network giocano un ruolo fondamentale: secondo i dati del Codice di Condotta dell’UE sulla Disinformazione, nel secondo semestre del 2023, Meta ha contrassegnato con un banner circa 11 milioni di contenuti pubblicati su Facebook in Italia. Un dato che, considerando che quasi il 20% degli italiani (dato Censis) si affida solamente a fonti online, dovrebbe anche solo lasciare intuire la portata del fenomeno.

Tuttavia, le persone sembrano diventare più consapevoli del pericolo: l’ultimo rapporto sulla disinformazione elaborato da Ital Communicton-Censis (2023) ha evidenziato come il 76,5% degli italiani ha riconosciuto che le fake news stanno diventando sempre più sofisticate e insidiose da individuare, e un 20,2% si sente privo delle competenze necessarie per distinguerle. Un dato Ipsos meno recente, relativo al 2022, aveva poi sottolineato la differenza nella percezione delle fake news tra giovani e adulti, con oltre il 75% dei giovani che mostrava maggiore fiducia nelle proprie capacità rispetto a quelle degli altri. Una tendenza, questa, che è confermata dalla recentissima indagine Giovani e fake news condotta da condotta da YouTrend in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea: i giovani sono meno inclini a cadere nella disinformazione. In particolare, per quel che riguarda le tematiche riguardanti l’Ue, il 48% ha risposto correttamente, rispetto al 45% della popolazione generale. Per citare solo un esempio, è stata diffusa una notizia secondo cui la Commissione Europea prevedrebbe l’impiego del 15% della farina di grillo nel totale della farina consumata entro il 2030: solo il 38% della popolazione l’ha riconosciuta come falsa, percentuale salita al 46% tra i giovani.

Insomma, in un mare di informazioni, destreggiarsi tra le correnti delle fake news sembra essere sempre più complicato. Un dato positivo, però, c’è: per una volta i giovani sembrano più “navigati” degli adulti.

 

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