Un polmone verde nel cuore del IX Municipio di Roma, capace di offrire respiro e benessere ai cittadini: è questo il senso della nuova foresta urbana realizzata a Largo Amalia Comboni, nel quartiere Mezzocammino, affacciato sulla Cristoforo Colombo.
Oltre 500 tra alberi e arbusti sono stati messi a dimora in un’area particolarmente adatta alla rinaturalizzazione, fatta di alture naturali e spazi ancora liberi da costruzioni. Un progetto, questo, che si inserisce nel quadro della campagna nazionale “Foresta Italia”, promossa da Rete Clima con il sostegno di Tecne, centro ingegneristico del Gruppo Autostrade per l’Italia. Obiettivo? Contribuire al contrasto della crisi climatica e migliorare la qualità della vita urbana.
La nuova foresta urbana, infatti, avrà un impatto concreto: da una parte migliorerà la qualità dell’aria; dall’altro offrirà ombra e refrigerio durante le sempre più torride estati romane. Ma non solo, perché la conseguente crescita della biodiversità e l’aumento del suolo permeabile rappresentano un’arma efficace contro i rischi derivanti dalla cementificazione urbana, come per esempio gli allagamenti in caso di piogge intense. Allagamenti che, purtroppo, in città sono un problema noto.
Non solo foreste: i parchi fluviali
Insomma Roma, nonostante le difficoltà, prova a cambiare pelle. La foresta urbana di Mezzocammino, infatti, è soltanto uno degli ultimi progetti che la capitale ha dedicato al verde. Lungo il Tevere stanno nascendo spazi green pensati per restituire ai cittadini e alle cittadine il contatto con il fiume e la natura. Già nel 2024, con il Giubileo in vista, il Campidoglio ha avviato un ambizioso piano di rigenerazione urbana con la realizzazione di cinque nuovi “parchi d’affaccio” sul Tevere.
Il primo parco ad essere completato è stato all’inizio di questa primavera quello del Lungotevere delle Navi, in un’area da tempo abbandonata tra ponte Risorgimento e ponte Matteotti. Un progetto, questo, per cui il Comune ha investito 800 mila euro, bonificando l’area e realizzando un camminamento in legno lungo quasi 600 metri, dotato di piazzole e spazi per accogliere anche scolaresche. Inoltre, per ragioni di sicurezza, è stata predisposta una recinzione in legno, in modo tale da non impattare sull’ambiente. Infine, l’illuminazione del sentiero, volta sia alla sicurezza che alla valorizzazione del paesaggio, è stata affidata a un nuovo impianto di luci a basso impatto.
Ma questo è solo l’inizio. Tra i progetti in cantiere, infatti, ci sono l’oasi naturalistica tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio, il parco del Foro Italico, gli interventi nella zona di confluenza con l’Aniene e gli interventi a Ostia Antica. Progetti, questi, che includono percorsi ciclabili, belvedere, aree ludiche, radure e nuovi filari alberati che andranno a comporre una rete di spazi pubblici verdi che avranno un doppio obiettivo: proteggere dai cambiamenti climatici e favorire la socialità.
“L’effetto positivo del verde urbano sulla salute pubblica è un fattore determinante nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico: come amministrazione stiamo portando avanti un grandissimo lavoro, sulla cura dell’esistente e sull’ampliamento dell’infrastruttura naturale cittadina. Innanzitutto, in questi anni sono stati aumentati in modo significativo gli investimenti per la cura del verde pubblico: Roma nel 2020 aveva in bilancio per il verde dipartimentale di 6 milioni e 700 mila euro, mentre nel 2023 siamo arrivati e quasi 34 milioni, a cui si aggiungono gli oltre 11 milioni distribuiti direttamente ai Municipi”, dichiara Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti.
“L’infrastruttura verde cittadina, poi, deve dialogare con la cosiddetta infrastruttura blu, per questo motivo abbiamo voluto realizzare un sistema di parchi fluviali che si integrasse con il verde della città”, prosegue Alfonsi. “Il primo parco, Lungotevere delle Navi, è stato inaugurato il 21 marzo ed è aperto e fruito. Nelle prossime settimane inaugureremo gli altri quattro nuovi parchi, che tornano alla città ricucendo finalmente una separazione, quella tra Roma e il suo fiume”.
I grandi numeri del verde urbano
In questo scenario Roma si conferma tra le città più verdi d’Europa. Un patrimonio ambientale, il suo, che attraversa la capitale da nord a sud, e si articola tra grandi parchi urbani, riserve naturali, aree agricole e spazi attrezzati. Ma quanto verde c’è? Secondo i dati del Comune, aggiornati al 2024, la superficie complessiva delle aree verdi sul territorio comunale ammonta a circa un miliardo di metri quadrati, di cui oltre la metà sono destinati ad aree agricole; il 39% circa sono aree naturali protette e il 4,5% è rappresentato dal verde urbano.
Il dato che più sorprende, però, è quello relativo al verde urbano pro capite: oltre 394 metri quadri per abitante se si considera l’intero patrimonio; oltre 152 metri quadri se invece si guarda al solo contesto urbano. Numeri virtuosii confermano che Roma non è solo grandi monumenti e chiese. Basti pensare, per esempio, che all’interno del territorio sono presenti oltre 80 tra parchi urbani e riserve naturali, molti dei quali con valore paesaggistico, storico e ambientale. Spiccano per esempio il famoso Parco dell’Appia Antica, ma anche i meno noti ai turisti Riserva della Marcigliana, il Parco del Veio e la Riserva di Monte Mario.
“Con questi presupposti, il Dipartimento Tutela Ambientale sta portando avanti le operazioni di messa a dimora di nuovi alberi e arbusti, in parte destinati a sostituire le piante ormai giunte a fine ciclo e in parte ad occupare spazi attualmente vuoti: da autunno 2021 a febbraio 2025 sono 29.665 le messe a dimora, a fronte di 13 mila abbattimenti”, continua Alfonsi.
Poi conclude: “Questi numeri dialogano con il progetto capitolino ‘100 parchi per Roma’, che ha l’obiettivo di riqualificare alcuni spazi verdi della città e collegarli attraverso connessioni ecologiche e fruitive, in modo da creare nuove trame del verde. Inoltre il verde urbano è anche un canale per la promozione di iniziative culturali e didattiche: a ottobre 2023 abbiamo inaugurato la Biblioteca degli Alberi e dei Fiori presso Villa Pamphili, un progetto nato dalla collaborazione tra Roma Capitale e Fao per rappresentare anche simbolicamente la vicinanza e l’impegno di tutti i Paesi per il bene del pianeta”.
In altre parole, investire nel verde non è solo una questione estetica o ambientale: significa migliorare la salute pubblica, ridurre le isole di calore, promuovere la biodiversità e la coesione sociale. E Roma, con il suo patrimonio, ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio europeo della sostenibilità urbana.