17 Settembre 2025
/ 17.09.2025

Gaza brucia, il governo se la piglia con i fringuelli

Le commissioni del Senato trascinate in sedute fiume, due al giorno, per accelerare l’approvazione di un testo pensato per soddisfare la frangia più aggressiva del mondo venatorio

Mentre Gaza brucia e in Ucraina si combatte il Parlamento italiano resta incagliato nel tentatiuvo di forzare la mano sul Ddl Caccia. Accantonate questioni considerate evidentemente secondarie come siccità, costi energetici e competitività delle imprese, le commissioni del Senato vengono trascinate in sedute fiume, due al giorno, imposte dal presidente della Commissione Agricoltura Luca De Carlo (FdI). Riunioni che iniziano all’alba e finiscono a notte fonda, con l’unico obiettivo di accelerare l’approvazione di un testo pensato per soddisfare la frangia più aggressiva del mondo venatorio.

Il provvedimento, contestato da 55 associazioni ambientaliste, animaliste e scientifiche, non porta alcun vantaggio agli agricoltori, non tutela i territori e nemmeno i cacciatori. Al contrario, spalanca le porte a caccia senza regole, favorendo bracconieri e abusi. Gli emendamenti della maggioranza – denunciano le associazioni ambientaliste – hanno spinto ancora più in là l’impianto originario: cancellata ogni traccia di tutela degli animali, ampliato l’elenco delle specie cacciabili (fino a includere stambecchi e oche), riaperta la strada all’uso di richiami vivi, ridotta la protezione del lupo. Tra le novità più controverse, la possibilità di sparare in spiaggia, in barca, su terreni ghiacciati e persino con silenziatori, strumenti che rendono impossibili i controlli e limitano l’azione delle guardie volontarie.

Il rischio, denunciano le associazioni, è quello di trasformare l’Italia in un’arena di caccia permanente, dove legalità, sicurezza e ambiente passano in secondo piano. Una scelta che calpesta la Costituzione, viola norme europee e indebolisce la tutela di beni comuni preziosi come biodiversità e paesaggio.

La battaglia politica è accesa. Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra al Senato, parla di “testo squilibrato, un provvedimento sparatutto, su cui stiamo facendo una dura battaglia in commissione”. E accusa la destra di voler “smantellare l’attuale normativa sulla caccia senza alcun confronto serio con scienza, enti di ricerca e associazioni”.

Stupite anche le parlamentari Pd Eleonora Evi e Patrizia Prestipino: “Il governo Meloni rimane in silenzio sul contesto mondiale sempre più grave e sul genocidio in diretta a Gaza ma, incredibilmente, la sua maggioranza in Senato decide di accelerare sul ddl caccia, convocando addirittura le sedute notturne. È semplicemente vergognoso il tentativo di usare scorciatoie su una riforma profondamente divisiva, ignorando non solo il confronto democratico ma anche i dati e le analisi indispensabili per una discussione seria e responsabile. Sono queste le indecenti priorità di questa maggioranza? Chiediamo l’immediato stop dell’iter parlamentare del ddl caccia, almeno fino a quando il governo non presenterà la relazione. Non è accettabile discutere una riforma tanto delicata nel cuore della notte, lontano dagli occhi dell’opinione pubblica”.

Sulla battaglia contro la deregulation venatoria l’opposizione è compatta: “L’andazzo si era già capito da quando è iniziato l’esame del DDL Caccia al Senato, e purtroppo continua a mantenersi tale. Con convocazioni strampalate all’alba o in piena notte, la maggioranza impone una corsa sfrenata per approvare un provvedimento pensato solo per fini elettorali e per compiacere la parte più estrema del mondo venatorio. Invece di affrontare le crisi vere che sta vivendo l’agricoltura e la biodiversità, con conseguenze gravi con cui dovremo fare i conti, il Parlamento diventa ostaggio di un Ddl che non solo non è né urgente né prioritario, ma addirittura pericoloso”, dichiarano in una nota i parlamentari M5S del Comitato Pianeta 2050, Sergio Costa, Alessandro Caramiello, Ilaria Fontana, Gisella Naturale.

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