17 Ottobre 2024
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Ambiente, Sostenibilità, Spazio Giovani

Gen Z, soldati dell’ambiente?

28.09.2024

È la generazione che subisce e subirà le conseguenze e gli imprevisti di un cambiamento climatico inevitabile. Quali nuove sensibilità sviluppate e quali disponibilità ad agire? Secondo l’indagine accademica “manca un passaggio all’azione consapevole”. Dettagli e approfondimento.

Sono la generazione che più di tutte, nel mondo della storia contemporanea, ha deciso di schierarsi a favore dell’ambiente. Sono la generazione che, forse prima di altri, ha fatto i conti con gli inevitabili stravolgimenti del cambiamento climatico, pensando a quello che sarebbe stato il proprio futuro e quello dei loro figli. Sono i giovani e le giovani della Generazione Z.
Ma, come si dice, tra il dire e il fare c’è in mezzo il mare. E proprio in questa direzione va una ricerca condotta dalla cattedra di Pedagogia e formazione per la transizione ecologica dell’Università del Sacro Cuore insieme all’Alta Scuola per l’Ambiente e Silea spa. Obiettivo? Indagare le nuove sensibilità della GenZ rispetto all’ambiente e la loro disponibilità ad agire. E, quello che è emerso, è un quadro in chiaroscuro.

Da una parte, infatti, abbiamo una generazione incuriosita e attenta alle macrotematiche che ormai dominano la scena globale, come cambiamenti climatici, transizione energetica e sostenibilità, in tutte le sue molteplici sfaccettature, dall’alimentazione alla mobilità. Contemporaneamente, però, sembra emergere il ritratto di una generazione che ha scarsa conoscenza delle realtà che si occupano di sostenibilità sul proprio territorio e che, difficilmente, desidera esporsi in prima persona sui social per fare divulgazione. «Non vogliono spendersi in prima persona – spiega Elisa Zane, una delle ricercatrici che ha condotto l’indagine insieme a Serena Mazzoli, assegnista di ricerca, e Pierluigi Malavasi, direttore AsaManca un passaggio all’azione consapevole».

E se il tema è sicuramente un interessante spunto di riflessione, per capire come mai la generazione dei nativi digitali sembra frenata davanti all’impiego dei social network per fare divulgazione di un tema che sta a loro a cuore, sono però necessarie alcune piccole considerazioni. Prima di tutto la natura stessa dei social media. Bucare l’algoritmo, emergere e rendersi visibili su queste piattaforme non è semplice: non basta un contenuto ogni tanto, pubblicato quando si ha tempo, con una didascalia pertinente. Per arrivare a quei risultati è importante sapere come muovere i propri passi su ciascun social. Ancora, i cosiddetti heaters, che ormai sono ovunque, sempre più aggressivi e violenti, che interagiscono per il puro gusto di insultare, anche quando, al contrario, si potrebbe stimolare una discussione costruttiva. Perché allora esporsi e non preferire un dialogo tra pari, faccia a faccia?

Non dimentichiamoci poi delle piccole azioni quotidiane: utilizzare i mezzi pubblici o la bicicletta anziché l’automobile o il motorino, scegliere di acquistare prodotti più sostenibili al supermercato anziché preferire il prodotto industriale, anche se più economico. Piccoli gesti che, comunque, aiutano a fare la differenza. E spezziamola una lancia a favore di questi giovani che, più di altri, ci stanno insegnando il valore delle scelte sostenibili.

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