Anche il mare, in occasione della Giornata Nazionale del Mare, che si celebra ogni anno l’11 aprile, aderisce al Global Strike, lo sciopero mondiale per il clima indetto dal movimento Fridays for future per sollecitare l’abbandono dei combustibili fossili e l’avvio di azioni efficaci contro la crisi climatica. Lo fa con Marevivo: l’associazione ambientalista scenderà in piazza a Roma per partecipare alla manifestazione di Piazza Vittorio Emanuele, in contemporanea a quelle di tante altre città del mondo.
“Aderiamo anche noi al Global Strike per affiancarci a tutti coloro che hanno a cuore questo Pianeta e dare voce al mare ricordando quanto il suo equilibrio sia fondamentale per la salute dell’uomo. La natura non può attendere e per combattere la crisi climatica occorre intervenire subito con azioni concrete e mirate”, dichiara Rosalba Giugni, presidente Fondazione Marevivo. “Tutta la nostra community è chiamata a partecipare al corteo Fridays for future per ribadire ancora una volta la necessità di ispirarsi a valori di giustizia sociale e climatica, contro ogni forma di guerra che colpisce non solo gli esseri umani, ma anche l’ambiente. Diritti umani e ambientali devono procedere di pari passo”.
La Giornata del Mare è stata istituita il 13 febbraio 2018, con l’entrata in vigore del decreto sul Codice della Nautica, che all’Art. 52 recita: “La Repubblica riconosce il giorno 11 aprile di ogni anno quale Giornata del mare presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, al fine di sviluppare la cultura del mare inteso come risorsa di grande valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico”.
E di una campagna per far conoscere la situazione del mare c’è sempre più bisogno. L’ultimo spunto di riflessione è arrivato dal Cnr. I ricercatori del progetto europeo Life Pinna stanno lavorando per tentare di salvare dall’estinzione una delle specie simbolo del nostro mare, Pinna nobilis, da molti conosciuta come nacchera di mare.
Fino a qualche anno fa, la Pinna nobilis era una presenza comune nei nostri mari. Popolazioni numerose si trovavano un po’ ovunque nel Mediterraneo, sia sui fondali sabbiosi che tra le praterie di Posidonia oceanica. In un lago salmastro della Dalmazia, grande poco più di un campo da calcio, se ne contavano addirittura 30.000 esemplari. Ma nel 2016 è arrivata un’epidemia che ha drasticamente ridotto la specie, portandola quasi alla scomparsa. Oggi la nacchera di mare è considerata in pericolo critico secondo la lista rossa dell’Iucn ed è protetta da normative internazionali.
La Pinna nobilis è il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo: può superare il metro di lunghezza ed è una specie endemica, cioè vive solo nel nostro mare. È anche un eccellente filtratore: contribuisce a mantenere l’acqua limpida e crea un microhabitat che ospita numerosi altri invertebrati, tanto che ogni esemplare può essere considerato un piccolo ecosistema.
Il progetto Life Pinna ha l’obiettivo di tutelare e monitorare gli individui sopravvissuti, oltre a sviluppare strategie efficaci per ripopolare l’habitat naturale della Pinna nobilis. Già sono state effettuate delle traslocazioni di esemplari sani nella zona protetta di Capo Mortola, vicino al confine francese, provenienti dalla Laguna di Venezia, uno degli ultimi rifugi della specie. A breve, i ricercatori applicheranno le stesse tecniche in un’altra area marina protetta ligure. Se i test genetici non riveleranno la presenza di agenti patogeni pericolosi, alcuni individui allevati nel laboratorio di Camogli verranno trasferiti a Bergeggi, dove saranno costantemente monitorati.
Ma la reintroduzione in natura non è l’unico obiettivo. Un traguardo ancora più ambizioso è riuscire ad avviare la riproduzione in cattività, impresa mai riuscita finora. I biologi del Life Pinna hanno costruito una fitta rete di collaborazione con ricercatori di altri paesi del Mediterraneo, dalla Tunisia ai Balcani, per condividere esperienze e risultati. Da gennaio, tre istituti – l’Università di Genova, Shoreline a Trieste e l’Acquario di Pola in Croazia – stanno lavorando insieme per stimolare una maturazione gonadica precoce, primo passo per favorire la riproduzione. A maggio verranno tirate le somme e si deciderà come proseguire per dare una vera possibilità di salvezza a una specie che rappresenta una priorità per tutto il Mediterraneo.Fine modulo