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Cronaca, Eventi

Giubileo di Speranza e riconciliazione

24.12.2024

“I conflitti non sono la causa, ma l’effetto di una degenerazione dei rapporti umani, di una complessiva disumanizzazione della società”. Papa Francesco lancia un invito globale e profondo alla Pace che genera forte richiamo alla consapevolezza e alla necessità di riacquistare la fiducia indispensabile per tessere legami e procreare dialogo.

Un Giubileo che richiama la Speranza, quello che Papa Francesco ha deciso di aprire il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa a San Pietro. La scelta tematica è caduta su una delle tre virtù teologali, la speranza per l’appunto, che è di per sé un valore perpetuo, legato nella catechesi cristiana a fede e carità. Tuttavia, non si può vivere la speranza come virtù egoista e non si può ottenere la speranza da soli. Il secondo Anno Santo del suo pontificato, che durerà fino a gennaio 2026, non produce solo il richiamo a Roma di milioni di fedeli, ma rappresenta la volontà di trasformare un concetto, in tante circostanze considerato illusorio, nell’idea di ritrovare la capacità di aprire gli occhi sulla realtà e impegnarsi ad affrontare problemi concreti dell’esistenza. C’è chi vede nell’indulgenza che si accompagna al pellegrinaggio giubilare un retaggio medioevale. «Indulgenza e misericordia, tema del Giubileo 2015, non sono buonismo o un saldo di fine stagione» – ha ammonito in una recente dichiarazione il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente dei vescovi italiani. Uno che ne sa di dolori e tragedie, essendo stato scelto da Papa Francesco, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, come suo inviato per una “missione di pace” che porta avanti con ostinazione certosina, ponendo attenzione all’altrettanto devastante situazione in Medio Oriente. In realtà, questo Giubileo genera un forte richiamo alla consapevolezza e alla necessità di riacquistare la fiducia che serve a tessere i legami e generare dialogo permanente. Strumenti per riaffermare il desiderio di pace e giustizia sociale, in un mondo dominato da guerre, povertà, diseguaglianze.

Nelle linee guida vaticane al Giubileo si evidenzia come, il primo segno di speranza che chiede Francesco è raggiungere la Pace. «I conflitti non sono la causa, ma l’effetto di una degenerazione dei rapporti umani, di una complessiva disumanizzazione della società». La pace è una priorità assoluta. E l’Anno Santo è un invito ad agire individualmente e collettivamente per tracciare un sentiero di riconciliazione umana.
Prima dell’apertura ufficiale del precedente Giubileo del 2015, indetto per il 50° anniversario della fine del Concilio Vaticano II, Papa Francesco lanciò un altro chiaro segnale di discontinuità e, come segno della vicinanza della Chiesa alla Repubblica Centrafricana, colpita dalla guerra civile, il 29 novembre di quell’anno aprì la porta santa della Cattedrale di Notre-Dame di Bangui, in occasione del suo viaggio apostolico in Africa. La porta del Giubileo straordinario, dopo quella della Basilica di San Pietro in Vaticano, sarebbe stata aperta nelle cattedrali del mondo, nei santuari, negli ospedali e nelle carceri. Anche in questa occasione è in programma l’apertura di altre Porte Sante nelle Basiliche papali di Roma e non solo. Il 26 dicembre 2024 Papa Francesco aprirà la Porta Santa nel carcere di Rebibbia. 

Il 29 dicembre 2024 apre la Porta Santa alla basilica di San Giovanni in Laterano, il primo gennaio 2025 alla basilica di Santa Maria Maggiore e il 5 gennaio a San Paolo Fuori le Mura. C’è tanto significato in un Anno Santo da non potere accertare di ridursi a parlare di solo turismo indotto nella capitale.

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