Hai sete di energia elettrica e in Italia l’energia costa troppo per colpa del meccanismo del “prezzo marginale” nelle aste, che quasi sempre lo fa dipendere dalla fonte oggi più cara, il gas? Adesso hai una alternativa, resa possibile dal decreto ministeriale Energy Release, approvato il 29 luglio dopo una interlocuzione con l’Europa, a modifica del decreto originario del 23 luglio 2024. Il nuovo decreto è stato registrato dalla Corte dei Conti e appena pubblicato in maniera definitiva dal Mase.
Ci siamo quasi. Per la metà di novembre 2025 il Mase promette di pubblicare le regole operative e gli schemi contrattualiche disciplineranno l’anticipazione e la successiva restituzione dell’energia rinnovabile a 65 euro/MWh. Entro 90 giorni dall’approvazione delle regole il Gse pubblicherà quindi l’avviso per la procedura per selezionare i progetti che realizzeranno la nuova capacità.
Una prospettiva interessante
Per i 3.400 energivori che avevano presentato la loro manifestazione di interesse, si apre una prospettiva davvero interessante. “L’Energy Release 2.0″, spiegano al Gse, “è un meccanismo finalizzato a favorire l’installazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili realizzata da clienti finali energivori. La misura prevede un periodo di anticipazione di durata pari a 36 mesi, durante il quale il Gse cede l’energia nella sua disponibilità alle imprese energivore in cambio dell’impegno alla realizzazione di impianti rinnovabili attraverso i quali verrà restituita, nei venti anni successivi, l’energia anticipata”.
Ma in realtà gli anni potranno anche diventare quaranta. L’elemento più importante del pacchetto di modifica riguarda infatti la clausola del cosiddetto “vantaggio residuo”. Il nuovo decreto prevede infatti che se al termine dei 20 anni del contratto di restituzione, l’energia anticipata non risulti integralmente restituita, la durata dello stesso sia estesa per altri 20 anni, al massimo. Durante questa proroga, il prezzo riconosciuto è limitato alla copertura dei costi operativi e di manutenzione stimati dal Gse.
A partecipare ai bandi potranno essere i soggetti energivori iscritti nell’elenco delle imprese energivore presso Csea (Cassa per i servizi energetici e ambientali). La nuova capacità di generazione potrà essere realizzata mediante: nuovi impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici di potenza minima pari a 200 kW ciascuno oppure con interventi di potenziamento ovvero di rifacimento di impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici che consentono un incremento di potenza pari almeno a 200 kW.
Il parere del ministro
La capacità di generazione sarà realizzabile anche tramite soggetti terzi e deve essere complessivamente pari almeno al doppio di quella necessaria alla restituzione dell’energia anticipata dal Gse nei trentasei mesi. L’entrata in esercizio degli impianti dovrà avvenire entro quaranta mesi dalla data di stipula del contratto di anticipazione di energia tra il cliente finale energivoro e il Gse. L’energia nella disponibilità del Gse assegnabile nell’ambito della misura dell’Energy Release 2.0 è pari a 24 TWh/annui. Per avere un termine di paragone, in Italia nel 2024 sono stati consumati 312 TWh/annui.
“Con la pubblicazione del decreto si completa un passaggio fondamentale per rendere operativo l’Energy Release 2.0, uno strumento che coniuga la promozione delle rinnovabili con il sostegno concreto alle imprese più esposte ai costi energetici”, osserva il ministro Gilberto Pichetto Fratin, responsabile del Mase.
“Entro l’anno”, prosegue, “garantiremo alle aziende energivore l’accesso anticipato a energia rinnovabile a prezzo calmierato, mentre nei primi mesi del 2026 avvieremo la procedura per i nuovi impianti destinati alla restituzione dell’energia: un meccanismo innovativo che rafforza la sicurezza energetica nazionale, accelera gli investimenti nelle fonti pulite e contribuisce alla competitività del nostro sistema industriale”.
Era una iniziativa quantomai necessaria: se le aziende interessate si daranno una mossa avrà effetti a breve termine.
