02.10.2024
Vendita a rate per tutti, volantini che lanciano saldi a ruota libera usano gli iPhone come attrattiva per catturare i consumatori sempre più recalcitranti, i produttori cambiano strategia di mercato e decidono di stare dalla parte del pubblico.
Qualcuno un po’ più avanti negli anni dovrebbe aver presente il Signor Rocco delle pelliccerie Roxs, quello che «quando vi dico che la donna è importande», del «numero lampeggiande» e che alla fine dell’offerta – sempre al ribasso s’intende – invogliava i compratori della televendita aggiungendo «un montò, un videoregistratò e un televisò». Ecco, non siamo più a quei tempi, ma quasi, in salsa digitale in questo caso. Perché, se guardiamo come i produttori di smartphone stanno portando avanti la loro offerta commerciale, diciamo che il Signor Rocco in questo campo è stato lo Steve Jobs delle pellicce. Basta, per credere, osservare come le aziende tech stanno presentando i loro prodotti in uscita, con promozioni sempre più sfrenate per cercare di risollevare un mercato afflitto dall’aumento dei prezzi delle materie prime, dal fatto che i consumatori hanno sempre meno soldi in tasca e, particolare non meno importante, dalla mancanza progressiva di novità.
Apple, per esempio. Fino a qualche anno fa i dispositivi della Mela mai e poi mai sarebbero stati oggetto di sottocosto da supermercato. Intendiamoci: Apple non lo fa direttamente, però una volta non lo avrebbe mai permesso. E invece i volantini che lanciano saldi a ruota libera, oggi hanno gli iPhone come attrattiva per catturare i consumatori sempre più recalcitranti. Poi c’è anche la vendita rate, che in passato era riservata agli operatori, ed invece oggi Cupertino porta avanti di persona nei suoi store, aggiungendoci anche il trade-in, ovvero il fatto che se restituisci uno smartphone vecchio ti scontano quello nuovo.
Insomma, tutto è cambiato. E il discorso è chiaro: basta guardare le classifiche degli stipendi e del costo della vita negli ultimi 30 anni e il motivo di tanta difficoltà a comprare è chiaro. L’Italia in questa classifica è tristemente prima (o ultima, a seconda di dove la guardi), visto che dal 1991 ad oggi i salari medi sono aumentati soltanto dell’1% (la media Ocse è del 32%), mentre l’incremento del costo della vita è da record europeo: secondo l’Istat il 5,7% su base annuale e del 13,9% su quello biennale. E così anche il bene più ambito appunto, quello tecnologico, diventa un di più di cui si può fare a meno.
Come fare dunque? Semplice: in alcuni casi omettendo, in altri aggiungendo. Samsung, per dire, nella slide di presentazione dei suoi ultimi tablet ha messo il prezzo «a partire da» (perché non si mai come poi si va a finire) già decurtato di cashback e coupon vari. Xiaomi invece, per il suo nuovo smartphone da 649 euro, ti accompagna al suo «early bird» – cioè, l’offerta per i primi acquirenti – con uno sconto di 100 euro, un tablet gratis che ne vale 300, un caricatore da 30 e un ulteriore sconto di una cinquantina di euro. Insomma: abbiamo citato alcune aziende, ma ormai vale per tutte. E tra una roba e l’altra ci manca ormai poco che ti diano loro dei soldi, perché – come diceva il Signor Rocco – «siete voooi la nostra forza!».