21.05.2023
L’orologio/computer da polso ha fatto la sua comparsa otto anni fa, ma l’azienda di Cupertino mantiene un terzo della quota di mercato.
Che fine hanno fatto, otto anni dopo, gli smartwatch? Si può dire ormai che abbiano sfondato. E ovviamente soprattutto Apple, l’azienda che nel 2015 li ha lanciati sul mercato come «il prodotto che cambierà tutto» (disse Tim Cook) e che ha raccolto i frutti della sua filosofia fatta di design, tecnologia e servizi, rimanendo leader del settore. I dati di vendita del 2022 non mentono: le spedizioni annuali di Apple Watch sono cresciute di 50 milioni di pezzi, così che la Mela ha mantenuto il 34% della quota di mercato e il 60% dei ricavi globali. Praticamente tre volte in più il primo concorrente, ovvero Samsung.
Gli smartwatch, insomma, sono sempre più belli e sempre più funzionali, soprattutto perché rivolti a un settore che ci riguarda tutti, quello della salute e del benessere. Restano, otto anni dopo, ancora delle cose da perfezionare, e di sicuro in questo rimane proprio Apple l’azienda che deve fare i passi più decisivi: rispetto ad alcuni rivali, il display del suo smartwatch rimane leggermente ridotto, e soprattutto la sua batteria poco prestante (nelle versioni “8” e “SE” dura giusto una giornata) a provocare il disagio maggiore, quello di doversi ricordare spesso di fare la ricarica. Un particolare che molti concorrenti hanno saputo gestire al meglio, facendo perdurare i loro smartwatch addiruttura più di una settimana, a seconda dall’uso che se ne fa.
Per questo, anche a Cupertino, si sono chiesti quale fosse il prossimo passo. Infatti, a fine 2022, hanno deciso di lanciare un nuovo modello per andare oltre, l’Apple Watch Ultra, che ha aperto un nuovo fronte. Insomma: non solo più dati biometrici, rilevazione del battito cardiaco ed elettrocardiogramma a ciclo continuo, controllo della saturazione di ossigeno polmonare e, a breve, nuove funzionalità per i diabetici; e non solo tutte le possibilità di allenamento che uno smartwatch offre a chi ama il fitness. Ecco, dunque, il nuovo campo di battaglia: gli amanti dell’outdoor e dell’estremo.
Apple Watch ultra, insomma, ha affascinato per il suo aspetto più grande che presenta una cassa in titanio e resiste da -20 a 55 gradi, la sua tenuta e l’ingegneria estrema per grandi altitudini e immersioni fino a 40 metri di profondità. Perfetto insomma per ultramaratone, grazie al Gps integrato, e per barriere coralline. Ha un prezzo di qualche euro superiore ai 1000, ma anche questo è molto Apple.
La notizia però è che ora non è più solo, e come ultimo arrivo c’è il Watch Ultimate di Huawei, dispositivo bello, innovativo e soprattutto compatibile con ogni sistema operativo. Watch Ultimate è insomma la dimostrazione che si può sempre migliorare ciò che sembra arrivato al limite. Ha una cassa ampia in Liquid Metal a base di zirconio (materiale 4,5 volte più resistente dell’acciaio), un bracciale in lega di titanio più uno in gomma per le immersioni, e soprattutto le sembianze di un orologio, il che lo rende elegante anche in occasioni – per così dire – più rilassate. Non manca nulla (per il fitness ci sono più di 100 discipline) e il prezzo parte da circa 750 euro. Perché l’estremo sarà sempre più a portata di mano. Anzi, di polso.