5 Maggio 2025
/ 5.05.2025

Glifosato, negli Usa è battaglia sul tribunale che decide

La Bayer si è rivolta alla Corte Suprema degli Stati Uniti con l’obiettivo di limitare drasticamente le cause legali in corso, che sono oltre 67.000

Sul glifosato è battaglia sul tribunale che decide. La Bayer lo scorso aprile si è rivolta alla Corte Suprema degli Stati Uniti con l’obiettivo di limitare drasticamente le cause legali in corso – oltre 67.000 – e prevenire future azioni per i danni alla salute imputati al Roundup, l’erbicida a base di glifosato prodotto da Monsanto. L’azienda agrochimica americana è stata acquisita dal colosso farmaceutico tedesco nel 2018 per 63 miliardi di dollari. Da allora, quella che doveva essere una mossa strategica si è trasformata in un boomerang economico e reputazionale.

Un’onda a cui si tenta di mettere argine con una nuova linea difensiva, ovvero puntare sull’ interpretazione normativa centrale. La legge federale statunitense, che regola l’etichettatura dei pesticidi, dovrebbe – secondo la multinazionale – prevalere sulle norme dei singoli Stati. In altre parole: se l’Agenzia per la Protezione Ambientale (Epa) non richiede che sia segnalato il rischio, nessun tribunale dei singoli Stati può sanzionare l’azienda per non aver apposta l’indicazione sull’etichetta.

Le cause sono oltre 181 mila

Anche se non esiste un numero ufficiale di vittime, negli Stati Uniti sono già state intentate complessivamente oltre 181.000 cause contro Bayer, e diversi tribunali hanno condannato l’azienda a risarcimenti milionari a favore di cittadini colpiti dal linfoma non Hodgkin, una forma di tumore che più giudici hanno collegato all’uso prolungato del diserbante. L’azienda ha già stanziato 9,6 miliardi di dollari per chiudere diversi contenziosi; solo un mese fa un tribunale della Georgia ha stabilito un risarcimento da 2,1 miliardi di dollari. Tra i casi simbolo c’è anche quello di John Durnell, a cui è stato riconosciuto un danno da 1,25 milioni di dollari: è proprio su questa vicenda che Bayer ha chiesto l’intervento della Corte Suprema.

Ma, arrivati a questo punto, può esser messo in discussione il danno facendo leva sulla gerarchia normativa? Secondo Bayer, sì. Secondo migliaia di cittadini americani, no. Per loro si tratta di diritto alla salute, di trasparenza, di responsabilità. E anche di giustizia. Le divergenze tra le corti d’appello federali – alcune favorevoli all’azienda, altre ai querelanti – potrebbero però convincere la Corte Suprema ad accettare di revisionare il caso Durnell. La decisione è attesa entro l’estate del 2025.

Roundup, parziale ritiro

Nel frattempo, il Roundup è stato ritirato dalla vendita ai consumatori privati negli Stati Uniti, ma resta disponibile nel mercato agricolo. Un’azione che, aggiunta ai quasi 10 miliardi già sborsati per danni alla salute provocati dell’erbicida, costituisce già un bilancio pesante per la Bayer. Ma, a quanto pare, serve ancora un passaggio, quello della Corte Suprema degli Stati Uniti.

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