23 Dicembre 2025
/ 23.12.2025

Groenlandia, la tensione torna alta

Risorse, clima e nuova geopolitica dell’Artico: ormai la Groenlandia non è più una periferia glaciale, ma un nodo centrale della competizione globale

La tensione sulla Groenlandia torna a salire dopo la decisione degli Stati Uniti di nominare un inviato speciale per l’isola artica, una mossa che ha provocato una reazione immediata e infastidita della Danimarca. Washington parla di cooperazione strategica e sicurezza, Copenaghen rivendica la propria sovranità su un territorio che, pur godendo di ampia autonomia, resta formalmente parte del Regno danese. Il punto è che ormai la Groenlandia non è più una periferia glaciale, ma un nodo centrale delle nuove competizioni globali.

Terre rare: il fattore economico che pesa più di tutti

Sotto i ghiacci groenlandesi si concentrano risorse minerarie strategiche, a partire dalle terre rare, indispensabili per batterie, turbine eoliche, veicoli elettrici, elettronica avanzata e sistemi militari. In un momento in cui Stati Uniti ed Europa cercano di ridurre la dipendenza dalla Cina, che domina gran parte della filiera globale, la Groenlandia diventa una possibile alternativa. Non è un caso che l’interesse americano si sia intensificato proprio ora, mentre la corsa ai minerali critici entra in una fase decisiva.

La Groenlandia è anche un tassello fondamentale nella scacchiera geopolitica artica. La sua posizione la rende strategica per il controllo dei collegamenti tra Nord America, Europa e Russia. Gli Stati Uniti sono presenti da decenni con infrastrutture militari cruciali, mentre Mosca rafforza la propria proiezione nell’Artico e la Cina, pur non essendo uno Stato artico, cerca spazio come attore globale con investimenti, ricerca scientifica e interessi infrastrutturali. In questo quadro, la nomina di un inviato Usa è un messaggio politico diretto.

La rotta artica: quando il clima cambia le mappe

A far aumentare l’interesse per la Groenlandia è la crisi climatica. La fusione dei ghiacci sta rendendo sempre più praticabili le rotte artiche, riducendo le distanze tra Asia, Europa e America del Nord. La scorciatoia artica consente risparmi significativi di tempo e carburante rispetto alle rotte tradizionali, con effetti potenzialmente dirompenti sul commercio globale. La Groenlandia, affacciata su questi nuovi corridoi marittimi, si trasforma così in un possibile snodo logistico del futuro.

Dentro l’isola, intanto, cresce il dibattito sull’indipendenza dalla Danimarca. Le risorse naturali sono viste da una parte della popolazione come una leva per l’autosufficienza economica, ma esiste anche un forte timore che lo sfruttamento accelerato mini equilibri ambientali fragili e metta a rischio cultura e stili di vita locali. Ma l’ingresso in scena sempre più deciso delle grandi potenze rischia di spostare il baricentro delle decisioni lontano da Nuuk. La Groenlandia è oggi il punto d’incontro tra transizione energetica, competizione geopolitica e cambiamento climatico. Man mano che i ghiacci si ritirano, emergono risorse, rotte e interessi. La tensione è destinata a crescere.

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