18 Ottobre 2024
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Cronaca, Istruzione

Handicap istruzione

22.09.2024

Ennesima doccia fredda sulle condizioni della scuola in Italia. Docenti anziani e sottopagati rispetto ai loro colleghi OCSE e altre professioni a parità di titolo di studio. Il nostro è un sistema che non smette di invecchiare, rendendosi sempre meno attrattivo per le nuove generazioni. Il ritratto dell’ultimo disastroso report.

In uno scenario già dominato da incertezza e precariato, quello dell’istruzione, ecco che arrivano i nuovi dati OCSE a gettare sotto l’ennesima doccia gelata la Scuola italiana. Nel suo ultimo rapporto, Education at a Glance 2024, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha messo in evidenza come gli stipendi dei docenti italiani siano i meno competitivi all’interno dell’area di riferimento. Peggio di noi, soltanto l’Ungheria e gli Stati Uniti.

Se in Italia tra il 2015 e il 2023 gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria inferiore (per intenderci, le scuole medie), sono aumentati di un piccolo 8%, è anche vero che, considerata l’inflazione, questo incremento si traduce in una perdita di valore reale. In altri termini, una riduzione del 6% del potere d’acquisto. E mentre nella maggior parte dei Paesi OCSE i salari hanno tenuto conto dell’aumento del costo della vita, da noi la stagnazione dei redditi ha fatto da padrona, aggravando possibilmente ancora di più la situazione economica di una categoria già sotto pressione. Ancora, secondo i dati i salari degli insegnanti italiani risultano inferiori rispetto a quelli degli altri laureati. Nello specifico, i docenti percepiscono solo il 74% del reddito medio dei lavoratori con un titolo di studio universitario, impiegati a tempo pieno e con contratti a tempo indeterminato. Insomma, se avessero scelto un altro settore, a parità di titolo di studio scelto, avrebbero guadagnato di più.

Un problema, questo, che non è solo di ordine economico, ma anche strutturale della stessa istruzione. Nel nostro Paese, infatti, abbiamo un corpo docenti decisamente anziano e decisamente sopra la media. Se all’interno dell’area OCSE, in media, solo il 37% dei professori ha superato i 50 anni, da noi, questa percentuale, viene superata di quasi venti punti, toccando soglia 53%. E, con una prospettiva di pensione sempre più lontana, la nostra istruzione già vecchia è destinata a invecchiare ulteriormente, rischiando di finire in un loop sempre meno attrattivo per le nuove generazioni. Questi, dunque sono i risultati di governi che investono solo il 4% del Pil in istruzione rispetto a una media del 4,9% di Paesi industrializzati. Una novità? Certo che no. E, in questo scenario, il professore sarà un lavoro sempre meno ambito. Su che spalle si reggerà il futuro della nostra Scuola?

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