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Cultura

I campani “Nelle terre di Bacco”

07.12.2024

Dieci vignaioli che hanno cambiato le modalità di piantare vigneti storici, modificare i modi della produzione, soprattutto presentare il vino e i vini della Campania. Tutto ebbe inizio nel 2007, a Montpellier, dove si conservano tracce e documenti della medioevale Scuola Medica Salernitana. Il libro

Sotto la sigla FIVI non si nasconde, ma si manifesta la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. I soci campani sono 50 e tra i fondatori ed animatori è presente Bruno De Conciliis. Come per le selezioni di sport (calcio, tra gli altri), De Conciliis, che ha vigneti alle spalle di Agropoli, a Prignano in particolare e nel Cilento, ha selezionato, in un libro stampato dall’Edizioni dell’Ippogrifo, dieci aziende. “Nelle terre di Bacco”, Edizioni dell’Ippogrifo: quale migliore titolo per il territorio campano.

Dieci vignaioli che hanno cambiato le modalità di piantare vigneti storici, modificare i modi della produzione, soprattutto presentare il vino e i vini della Campania. Il volume rilegato in grande formato, da lui curato, arricchito dalla prefazione di Saverio Petrilli-enologo, fondatore e consigliere FIVI- è il frutto di questa “vendemmia” di storie vere, di sacrifici, successi e insuccessi, ma soprattutto di tante soddisfazioni, in campo nazionale ed internazionale. Tutto è cominciato nel 2007, a Montpellier, dove si conservano tracce e documenti della medioevale Scuola Medica Salernitana, all’incontro organizzato da Slow Food “Vignerons d’Europe”.

Non sfogliate e leggete questo libro se cercate una nuova guida dei vini della Campania o se volete un breviario con giudizi – magari con calici come stellette come reduci da una guerre – o, ancora, classifiche. Il libro nasce con l’intento di capire dove andrà il vino campano, perché crediamo che il prodotto ha delle potenzialità e non si è affermato, nel mondo, come dovrebbe e potrebbe. Mai più zitti è il nostro slogan, scrive Bruno De Conciliis nell’introduzione. Dieci storie e dieci protagonisti di questa primavera di vitigni e vini, impiantati da piccoli produttori come novelli pionieri di quel che diventeranno grandi aziende, sulla strada tracciata da sognatori, ora punti di riferimento come Antonio Mastroberardino e Mario D’Ambra. Tipologie di vitigni come il Fiano, Biancolella, Greco, Forastera, Aglianico e Piedirosso, sono stati “suggeriti”, imposti con dedizione, esempi, testimonianze, da questi imprenditori.

Il loro suggerimento è diventato un mosaico territoriale e fragrante con un immenso mercato aperto sul futuro. I soci campani della FIVI sono ora 50, e 10 fanno parte della squadra presente nel libro: Casa di Baal a Montecorvino Pugliano, Villa Diamante, Contrade di Taurasi, Mustilli, De Conciliis a Prignano, Mila Vuolo, con i vitigni a distesa tra le colline di Giovi, Capolino Perlingieri, Cantina di Enza, Case Bianche a Torchiara.  Per tacer, per adesso, di altri degni, importanti vignaioli.

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