17.06.2023
Tra tendenze ed esperienze “instagrammabili”, i giovani sono protagonisti di nuove dinamiche di viaggio. Che relazione intrattengono con i social nell’organizzare le vacanze, e cosa sono FOMO, YOLO e i FOMO-YOLO.
Si chiudono le scuole, si va in vacanza. Considerare il turismo come l’industria più importante di questo nuovo secolo, capace di muovere persone e risorse, ridisegnare comportamenti, per tracciare le coordinate in cui inscrivere tempo libero e benessere, potrebbe apparire come il classico luogo comune, anzi lo è. Ma da quest’ultimo si può partire per effettuare una sorta di viaggio che perlustri un fenomeno sociale trasversale avente come fine la gratificazione e la realizzazione personale.
I giovani lo sanno benissimo, inutile negarlo. I Millennials sono nati tra 1981 e il 1986. Mentre la Generazione Z comprende i nati tra il 1997 e il 2010 e sfiorerà quota 2 miliardi prima del 2025, secondo un’analisi Bloomberg su dati delle Nazioni Unite. I cosiddetti nativi digitali, plasmati dal web, immersi nella tecnologia, ma gelosi della propria privacy, ambiziosi e pragmatici, vengono definiti Post-Millennials per la radicalità diversa di comportamenti e modi di pensare, e per l’innovativo approccio con il mondo globalizzato (senza confini spazio-temporali), innervato dall’onnipresente Internet, ponte ideale per apprendimento e scambi di relazione (virtuali).
Uno studio calibrato dell’European Tourism Future Institute (ETFI, in Olanda) ha tracciato l’uso di social network, media digitali nelle scelte dei consumi turistici. Anche a dispetto di un reddito medio poco elevato e di una precarietà nel lavoro (che latita), la Generazione Z rappresenta una significativa fetta di consumatori le cui tendenze già oggi influenzano il mercato mondiale del turismo. Agganciati ancora alla famiglia, molte volte orientano le scelte dei genitori, e grazie alla navigazione in Rete, riescono anche a trovare il posto dove andare in vacanza. L’importante è essere protagonisti, sentirsi coinvolti nella valorizzazione di un luogo, tanto da generare contenuti sui social (in testa Instagram, Tik Tok e Snapchat, meno Facebook) con post, immagini, voci a mo’ di narrazione della meta turistica.
La tendenza al “consumo collaborativo”, con le piattaforme online, è come se volesse esorcizzare il timore malcelato di essere lasciati soli (FOMO, Fear Of Missing Out), di perdere qualcosa (attimi preziosi) e di farsi sfuggire nuove esperienze, in nome della vita vissuta appieno (YOLO, You Only Live Once). FOMO-YOLO (sorridendo: modello famolo strano, alla Verdone), sono acronimi di un disagio latente che condiziona lo stesso viaggio guidato dall’istinto (leggi, baldanza giovanile) e da un’agenda di cose da fare, dal budget a disposizione, più che dalla prenotazione codificata. Si fa strada il desiderio di vivere esperienze autentiche, uniche, possibilmente “instagrammabili”, per riscuotere consensi e immettere il viaggio esperienziale nella community, a misurare i like.
L’interesse crescente, ora, viene riservato all’ambiente da tutelare: il 63% dei Gen Z, infatti, sceglierebbe mezzi di trasporto più eco-friendly, come mezzi pubblici, auto a noleggio ibride o elettriche, ma anche giri a piedi o in bici (Booking.com). Al pari del volontariato nelle comunità che visitano durante un viaggio (37%), nel segno di una coscienza sociale in rapida espansione. Azioni da Serie A, altro che Zeta!