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Cultura, Scienza e tecnologia

I papiri di Ercolano non sono più un mistero

23.02.2024

Utilizzando la tomografia a raggi X e la visione artificiale, un team guidato dal dottor Brent Seales dell'Università del Kentucky legge il rotolo En-Gedi senza aprirlo. Scoperto nella regione del Mar Morto, il rotolo contiene testo tratto dal libro del Levitico.

Tre studenti si aggiudicano un premio di 700.000 dollari per aver letto i papiri di Ercolano sfruttando l’intelligenza artificiale. La prima parola decifrata “porpora” apre un mondo di oltre 2 mila caratteri e 11 colonne analizzate, che ci raccontano di cibo, piacere e filosofia.

Una storia che arriva dal Kentucky e ci porta nella Villa dei Papiri di Ercolano. La scoperta del momento coinvolge tre studenti, l’intelligenza artificiale, un reperto archeologico di importanza mondiale e un’opera, a quanto pare, inedita. Nel marzo 2023 l’Università del Kentucky lancia la Vesuvius Challenge, una competizione di machine learning e computer vision, che invita studiosi, appassionati e scienziati a decifrare il contenuto dei papiri di Ercolano: si tratta di oltre 800 papiri carbonizzati durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Per consentire lo studio sono state messe a disposizione di tutto il mondo delle immagini dei papiri ottenute nel 2019 attraverso scansioni CT (computer tomography) dal team del professor Brent Seales. Grazie alla tecnologia a raggi X 3D, Seales ha potuto riprodurre uno sfoglio “virtuale” dei rotoli, che materialmente risultano essere impossibili da aprire. Il rischio è di frantumarli e renderli illeggibili. In autunno, due studenti, Luke Farritor prima, e Youssef Nader, dopo, lavorando in modo indipendente l’uno dall’altro, ottengono lo stesso primo prezioso risultato: 10 lettere greche, ΠΟΡΦΥΡΑϹ, una parola, “porpora”. Ma il Great Prize, obiettivo finale del 2023 della Vesuvius Challenge, richiedeva la decifrazione di 4 passaggi da 140 caratteri ciascuno. Il team vincitore, annunciato il 5 febbraio scorso e composto dai già noti Farritor e Nader, insieme a Julian Schilliger, ha fatto ben di più: oltre 2 mila caratteri e 11 colonne analizzate, che ci raccontano di cibo, piacere e filosofia.

Il lavoro di questi tre studenti – spiega l’Università del Kentucky – si distingue da tutti gli altri tentativi presentati per l’accuratezza e la potenza degli algoritmi di intelligenza artificiale impiegati per il raggiungimento del risultato. Per il rilevamento dell’inchiostro è stato usato un modello basato su TimeSformer, variante dell’architettura di rete neurale Transformer, progettata per la raccolta di dati bidimensionali. TimeSformer adatta questa tecnologia a sequenze di dati tridimensionali e quindi utile per lo “sfoglio” delle scansioni 3D dei papiri rese disponibili da Seates. Il processo di rilevamento dell’inchiostro sui fogli costituiva una delle criticità principali della sfida, poiché entrambi gli elementi sono costituiti da carbonio e dunque presentano delle densità molto simili. Nella fase di segmentazione, ossia la mappatura in 3D della superficie della pergamena, Schilliger ha impiegato ThaumatoAnakalyptor. Ciò gli ha permesso di rilevare grandi porzioni di testo dagli strati dei rotoli, alcune delle quali completamente nuove.

Innovativi gli strumenti e inedito il contenuto delle pergamene. Quello che i giovani studiosi sono riusciti a leggere corrisponde solo al 5% di tutto il materiale testuale posseduto al momento, e gli esperti ipotizzano che si possa trattare di un’opera di filosofia dell’epicureo Filodemo, opera di cui fino a oggi non avevamo neanche una parola. E l’importanza di questa scoperta sta tutta qui.

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