17.07.2024
Il bambino di Giffoni, un fuoco da accendere
Sono 54 anni di Giffoni Film Festival. Da Festival del Cinema dedicato ai giovani a una istituzione culturale con 540 attività operanti in tutte le regioni d’Italia e all’estero. Panoramica sul “più necessario dei festival”.
Lui è l’ideatore, il cuore pulsante d’infinite emozioni dentro l’ottovolante della creatività. Sì, “Produttore di benessere e felicità”, questa potrebbe essere l’intestazione del biglietto da visita di Claudio Gubitosi. Forte di Rabelais (“Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere”) e Giovanni Paolo II (“Il futuro comincia oggi”), ha trasformato un anonimo (meglio, uno “sgarrupato”, alla D’Orta), centro alle falde del monte Licinini tra i Picentini (ad un soffio da Salerno, che «allora sembrava Los Angeles»), in Giffoni. Inutile aggiungere Valle Piana, Film Festival, Experience, Opportunity; oggi è Giffoni, punto. In un intreccio simbiotico di territorio-paese-visioni locali e globali, che riconosciuto come “Il più necessario dei festival” (François Truffaut), è diventato un vero e proprio brand, “stella” tra le prime dieci rassegne cinematografiche del mondo dedicata ai più giovani.
Così, l’idea di un diciassettenne, che glissata l’idea primigenia del saio, colto al volo lo spunto da proiezionista (in stile “Nuovo Cinema Paradiso”), con i primi soldi raccolti tra suonate d’organo in chiesa, messe, matrimoni, funerali, e il supporto del padre firmatario in banca d’una cambiale da 15 mila lire, grazie ad un’inossidabile tenacia, scansando pregiudizi ed ostacoli, ha sostituito la sonnolenza di un paese rurale, in un esempio virtuoso di progettualità. Gubitosi, perentorio: “Signori, anche qui si può fare impresa!”. Volando alto con la fantasia: il cinema, come passione. E dal 1971, calamitando aziende, istituzioni, le energie migliori, i talenti delle Università, sull’asse di conoscenza, formazione e crescita, in una terra dapprima aliena, poi, disposta ad accogliere fiumane di giovani entusiasti di tutto il mondo (per 54 anni), è cresciuto il fenomeno Giffoni Film Festival.
Un laboratorio di riflessioni, crogiuolo d’incontri, amicizia e scoperta dell’altro, con un focus sul rapporto tra nuove generazioni e social network nelle 100 opere in concorso valutate da 6500 giovani provenienti da 35 nazioni per l’assegnazione finale del Gryphon Award. Dai workshop (per i griffoner, 18 -30 anni), al Giffoni Sport, ai 100 eventi del Vivo Giffoni StreetFest, il festival diffuso di arte, teatro, laboratori. Abbinando il traino dei sogni all’avvio di un’attività imprenditoriale, una start up attraverso la quale ideare, ad esempio, un merchandising innovativo brandizzato Giffoni e poi commercializzarlo, avvalendosi della riconoscibilità di un marchio leader mondiale, offerto gratuitamente a giovani vogliosi di fare impresa nel marketing, fashion, comics, progetti editoriali. Porta d’accesso, sospinta dal Giffoner Gubitosi, a strumenti legislativi e iniziative imprenditoriali. Avendo come piattaforma di partenza la Multimedia Valley, che ha trasformato un’utopia in prodigiosa realtà, un’industria culturale amata e (ri)conosciuta in tutto il mondo, frutto di dedizione appassionata sospinta verso l’impossibile-possibile.
A tal punto che #Giffoni54, nel proporre il tema dell’illusione della distanza nelle sue multiformi declinazioni (Cosa significa sentirsi distanti? O ritrovarsi vicini?) s’innesta nel Giffoni Next Generation, la rassegna all’insegna dell’innovazione dedicata alla GenZ, e del Giffoni Dream Team, la community di talenti under 30 selezionati dalle maggiori università italiane e internazionali per confrontarsi con manager di grandi aziende, personalità di rilievo della scienza, della cultura, della politica e delle associazioni. Sembra ieri: quella carezza di Meryl Streep, o il bacio sulla ‘voglia’ di Michail Gorbaciov, tra mille presenze illustri sul red carpet! A Giffoni si arriva e si riparte, perché la forza dei sogni può cambiare il mondo.
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