2 Aprile 2025
/ 31.03.2025

Il bio dentro di noi: quando la salute parte dal piatto (e fa bene anche al pianeta)

Alla Festa del Bio “Montagna Madre”, all’Orto Botanico di Roma, i risultati della campagna social “Il Bio dentro di Noi”, promossa da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico, con il supporto dell’Ue attraverso il progetto “Being Organic in EU. Dopo un mese di dieta bio, i batteri antiossidanti sono aumentati del 25%, quelli pro-ossidanti si sono dimezzati

Mangiare bene fa bene. Mangiare bio fa meglio. Lo dimostra una ricerca innovativa dell’Università di Roma Tor Vergata che ha preso in esame la dieta mediterranea biologica e i suoi effetti sul nostro corpo e sull’ambiente. Sotto la guida di Laura Di Renzo, direttrice della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, per un mese 15 volontari sono passati da una dieta fai da te a una mediterranea rigorosamente bio, con cibi forniti da NaturaSì. 

La scoperta principale riguarda il nostro microbiota intestinale, il cosiddetto “secondo cervello”: adottando una dieta bio, i batteri antiossidanti sono aumentati del 25%, mentre quelli pro-ossidanti si sono dimezzati. In termini pratici, significa meno infiammazione, sistema immunitario più reattivo e un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, diabete e perfino tumori.

Ma c’è di più. L’indice di aterogenicità – che misura il rischio di formazione di placche nelle arterie – si è abbassato da 0,29 a 0,16. Quello di trombogenicità, legato alla formazione di coaguli, da 0,42 a 0,20. E la capacità antiossidante dei pasti? Quadruplicata. Se l’invecchiamento cellulare fosse un film, la dieta bio sarebbe il suo miglior antagonista.

250 docce risparmiate

E il pianeta ringrazia. La dieta mediterranea biologica consente di risparmiare circa 20.000 litri d’acqua al mese a persona – l’equivalente di 250 docce – e taglia anche le emissioni di CO₂: da 40,25 a 38,13 kg mensili per individuo. Meno pesticidi, meno plastica, più vita.

Questi risultati sono stati raccontati sabato scorso alla Festa del Bio “Montagna Madre”, all’Orto Botanico di Roma. L’evento – a ingresso gratuito – è stato un susseguirsi di showcooking, degustazioni, mercato contadino e talk con esperti e produttori da tutta Italia. “Mangiare bio riduce l’esposizione a pesticidi e rafforza le difese naturali del corpo”, spiega Laura Di Renzo. “Le mie ricette nascono per rendere questo stile di vita accessibile e appetitoso”. Le ricette sono disponibili nella sezione dedicata del sito “Il Bio dentro di Noi”, dove vengono indicate le proprietà nutrizionali e nutraceutiche, oltre che le modalità di preparazione e di cottura.

E sono state proprio le storie degli agricoltori biologici a dare un volto a questa rivoluzione verde. C’è Anselmo Filesi, che nella Tuscia coltiva da tre generazioni la Tonda Gentile Romana trasformando la sua azienda in un laboratorio all’aperto. C’è Graziano Poggioli, della storica Santa Rita Bio, che protegge la rarissima Vacca Bianca Modenese e produce un parmigiano reggiano di montagna, una forma al giorno. E poi Paola Orsini, che tra i Monti Lepini cura 10.000 ulivi secolari della cultivar Itrana, simbolo di biodiversità e pazienza contadina.

Il vino che ha rischiato l’estinzione

Dalla Calabria, Claudio Viola custodisce i segreti del Moscato di Saracena, vino passito che ha rischiato l’estinzione, mentre Giulia Mattei, ex stilista, ha scelto di tornare alla terra nella sua Tenuta La Castelluzza, nella Riserva di Tuscania, per sperimentare e innovare, sempre nel segno del rispetto per l’ambiente.

Queste esperienze si incrociano nella campagna social “Il Bio dentro di Noi”, promossa da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico, con il supporto dell’UE attraverso il progetto “Being Organic in EU”. Perché scegliere il bio è un atto di responsabilità verso se stessi e verso il mondo che ci ospita.

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