16 Maggio 2024
Milano, 16°

Salute

Il concetto della Salute secondo la realtà

“Qualità della vita, ambiente, infrastrutture sanitarie” sono le parole chiave della Salute. Perché si è in Salute soltanto quando liberi di esercitare appieno il proprio benessere fisico, mentale e sociale, e che cosa significa la “geografia medica” secondo Ippocrate?

Se ci chiedessero di definire la parola “Salute” saremmo tutti in grado di rispondere con estrema semplicità. Il nostro linguaggio è continuamente “negoziato” e ogni termine, oltre che diffondere, probabilmente, aspettative, visioni soggettive e contenuti empirici, è veicolo di significati condivisi a livello sociale in un determinato gruppo umano.

Essere in salute equivale a star bene, a sentirsi bene, a non avere malattie. Nel 1948 l’Assemblea delle Nazioni Unite e nel 1965 l’OMS hanno tuttavia definito la Salute come stato totale di benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente assenza di malattia o infermità. Per alcuni studiosi di geografia medica, settore disciplinare con una significativa tradizione in alcuni Paesi Europei e negli Stati Uniti, che ha acquisito spazi crescenti in Italia grazie anche alla costituzione del gruppo di ricerca nazionale Qualità della vita, ambiente infrastrutture sanitarie, di fondamentale importanza è, di conseguenza, il rapporto uomo-ambiente-salute. Materie di studio sono la distribuzione delle malattie e dei differenti livelli di salute e di qualità della vita, analizzando anche i fattori fisici, biologici dell’ambiente, i fattori di rischio delle malattie e la loro presenza negli ambienti geografici, l’efficacia e l’efficienza delle strutture sanitarie.

Una persona e una comunità sono in Salute quando libere di esercitare appieno il proprio benessere fisico, mentale e sociale. Fu nientemeno che l’intuizione di Ippocrate a suggerire ai medici del diciottesimo e diciannovesimo secolo di utilizzare il nome geografia medica per indicare le relazioni intercorrenti tra fenomeni morbosi, ambienti e culture. «Chiunque voglia fare una ricerca di medicina – scrive Ippocrate nel primo capitolo del suo libro ‘Sull’aria, le acque e i luoghi’dovrebbe comportarsi così: in primo luogo deve considerare le stagioni dell’anno e quali effetti ciascuna di esse produce. Allo stesso modo, quando un medico entra in una città a lui sconosciuta, deve considerarne la posizione, come è esposta rispetto ai venti e al sorgere del Sole». Gli studi più recenti di geografia medica e di bioclimatologia si sono soffermati sul determinismo climatico e sulla presenza di inquinanti. Dai noti effetti della radiazione solare a quelli della temperatura, dell’umidità, della pressione del vento, dalla localizzazione degli impianti industriali, alla salute nei luoghi di lavoro. Alla luce della più ampia definizione di Salute, della geografia e persino della cultura antica, qual è lo stato di salute nel nostro ambiente di vita o di lavoro?

Quale quello delle popolazioni nelle cosiddette “aree di rischio” idrogeologico, vulcanico, sismico o ancora in un luogo ad elevato inquinamento ambientale?

Come cambierà la nostra Salute, così intesa, al mutamento del clima e quali saranno le emergenze del futuro? Interrogativi di grande attualità, frutto anche di consuetudine antica, che meritano risposte e una sempre maggiore attenzione.

Condividi