16 Maggio 2024
Milano, 13°

Salute

Il concetto moderno di salute

L’Oms definisce la salute uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Quali sono le categorie che si occupano di Salute, e come la professione del giornalismo può contribuire alla salute individuale e collettiva?

“Stare bene” o “sentirsi bene”. È un confine molto fluido quello che distingue la “salute” dalla “malattia”, “opposizione tautologica” e “normativa” che pare non più adeguabile alla definizione che di salute ha dato l’Oms come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. In questa dimensione possono giocare un ruolo di primo piano quelle scienze umanistiche esautorate dalla dialettica sui temi relativi alla salute, discipline che ricompaiono talvolta a pieno titolo, in ambito accademico, altre volte, con la necessità di definizione identitaria e regolamentazione, per il tramite di figure professionali nuove nel campo del benessere.

Le scienze umane sono state, di fatto, nel tempo, escluse dalla pratica riconosciuta della “cura” a causa della distinzione “naturale” tra “salute” e “malattia”, molto chiara in ambito pratico, ma che potrebbe generare perplessità quando a sentirsi bene è un individuo inserito dal sistema sanitario nei confini della prospettiva del malato e quando, per via di qualche sintomo decriptabile come mancanza di Salute, quest’ultima stia semplicemente conservando se stessa.

A questi aspetti vanno aggiunte le ricadute che, inevitabilmente, un concetto di Salute così esteso determina: il benessere sociale, condizioni ambientali ed economiche favorevoli, la possibilità di usufruire, sul territorio, dei servizi minimi per il pieno godimento del benessere stesso. Oggi, si possono occupare di Salute, intesa come “cura”, nell’ottica della consapevolezza di questa nuova prospettiva e visione, umanisti, filosofi, antropologi, geografi medici, perché no, giornalisti? Questo interrogativo che può apparire puramente filosofico, in realtà nasconde esiti importanti nella vita di tutti i giorni. Si pensi, ad esempio, giusto per legarci all’attualità, all’importanza della denuncia delle condizioni di disagio vissute da passeggeri, italiani e stranieri, delle ferrovie italiane nei giorni di legittimo sciopero (con un pensiero a tutte le vittime degli incidenti ferroviari).

Alle lunghe file ai box delle biglietterie di giovani, meno giovani, donne incinta, ragazze, bambini, nelle fredde stazioni, al timore di non poter giungere a destinazione, di rimanere in un luogo rischioso per la propria incolumità. Un giornalista può e deve raccontare queste visioni del mondo, così come lo fa uno scienziato in ambito letterario. Ciò può contribuire ad avere un effetto sulle scelte future, sul miglioramento di quelle condizioni che determinano la Salute individuale e collettiva. Questa costruzione negoziata del concetto di salute, che ha la sua ragione nell’efficacia della necessaria cura medica, nella grande professionalità di medici, infermieri, operatori sanitari, nelle innovazioni nei tempi e nei modi della preziosissima biomedicina, ha scollegato dal «corpo» individuale, sociale necessari aspetti empirici, quindi anche storici, politici, sociali. Un gap recuperabile grazie a esperienze di incontro, critico, dialogico, tra persone e saperi.

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