Un piano d’azione suddiviso in sei punti principali a sostegno dell’acciaio e dei metalli. L’obiettivo è mantenere e ampliare le capacità industriali europee, rafforzare la competitività del settore e garantirne il futuro. “L’industria siderurgica europea è fondamentale per l’economia dell’Ue, fornendo materie prime a settori chiave come l’automotive, le tecnologie pulite e la difesa. Una solida industria dell’acciaio e dei metalli in Europa è cruciale per garantire la sicurezza dell’Ue nel contesto geopolitico attuale e per realizzare il piano ‘Readiness 2030’, anch’esso presentato oggi”, afferma la Commissione Ue. “Allo stesso tempo, il settore si trova a un punto di svolta critico, affrontando costi energetici elevati, una concorrenza globale sleale e la necessità di investimenti per ridurre le emissioni di gas serra”.
Il piano viene introdotto in un momento in cui “misure distorsive del mercato, come il sostegno non di mercato alle sovraccapacità globali e i dazi ingiustificati sull’acciaio e l’alluminio dell’Ue, possono avere un impatto negativo sulla nostra economia”, si legge ancora nella nota che accompagna il piano. “L’industria siderurgica è sempre stata un motore centrale della prosperità europea. L’acciaio di nuova generazione, pulito, deve continuare a essere prodotto in Europa. Ciò significa che dobbiamo sostenere i nostri produttori di acciaio, che affrontano forti venti contrari sul mercato globale. Per garantire la loro competitività, dobbiamo ridurre i costi energetici e aiutarli a introdurre sul mercato tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. Con il piano d’azione di oggi offriamo soluzioni concrete per un’industria siderurgica europea fiorente”, ha affermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Eccoli allora, per sommi capi i sei punti del piano: un approvvigionamento energetico accessibile e sicuro per il settore; prevenire la fuga di carbonio; espandere e proteggere le capacità industriali europee; promuovere la circolarità; accompagnare il de-risking della decarbonizzazione; proteggere i posti di lavoro industriali di qualità.
Investire oggi nel percorso verso l’acciaio verde significa anche assicurare gli oltre 2 milioni di posti di lavoro nel mondo: secondo un rapporto pubblicato oggi e sostenuto da 28 organizzazioni della società civile, tra cui il Wwf Italia, l’Unione Europea deve accelerare l’abbandono della produzione di acciaio basata sul carbone per garantire la competitività industriale e il futuro di oltre due milioni di lavoratori del settore.
Le politiche europee – sottolinea lo studio intitolato The State of the European Steel Transition – dovranno puntare sull’espansione dell’uso dell’idrogeno verde e di tecnologie alimentate da energia rinnovabile, sul rafforzamento della circolarità e sulla tutela sociale dei lavoratori nel passaggio all’acciaio verde. Il report propone otto raccomandazioni chiave per ridurre l’impatto ambientale del settore siderurgico, responsabile del 5% delle emissioni totali di CO2 dell’Ue. La priorità assoluta è vietare il rilascio di nuove autorizzazioni e investimenti per altiforni a carbone già esistenti o di nuova costruzione.
Per Henrik Adam, presidente dell’Associazione europea dell’acciaio (Eurofer), “il Piano d’azione identifica aree cruciali per il nostro settore. Ora è il momento di implementare soluzioni significative attraverso misure ambiziose per invertire il declino del settore, ristabilire condizioni di parità con i concorrenti globali e incentivare gli investimenti e l’adozione dell’acciaio verde sul mercato”.