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Politica

Il futuro prossimo di una nuova Forza Italia

05.08.2023

Il pubblico di Forza Italia ai funerali del loro presidente Silvio Berlusconi, Milano, piazza del Duomo, 14 giugno, 2023.

La Segreteria Nazionale di Forza Italia ha convocato il congresso per il 24 e 25 febbraio del 2024. Forza Italia c’è, e rimane un partito di governo, a cui le forze di opposizione, sotto sotto, fanno ancora riferimento.

Blindatura è stato il termine più utilizzato nei canali mediatici per commentare le scelte operate dalla Segreteria Nazionale di Forza Italia, che ha convocato il congresso per il 24 e 25 febbraio del prossimo anno a Roma.

Blindatura potrebbe apparire come un sinonimo di forzatura, alias imposizione. Così non è per un partito che continua a fare da contrappeso negli equilibri politici della maggioranza di governo, fornendo continui elementi di dialogo e confronto necessari a focalizzare gli obiettivi che i principi e la storia del movimento richiamano.

Basti osservare che le proposte avanzate dal segretario nazionale Antonio Tajani sono state tutte accolte in modo unanime. Non per servilismo, ma nella convinzione che gli indirizzi forniti in questa fase di transizione siano quelli appropriati per garantire continuità ai valori che hanno motivato la nascita di Forza Italia. Non pochi si erano spinti a prevedere una implosione del movimento politico dopo la scomparsa del suo fondatore. Come pure una possibile diaspora all’interno dei gruppi parlamentari e della stessa segreteria che potesse mettere in crisi la struttura organizzativa e minarne la valenza. La compattezza finora dimostrata ha messo a tacere chi, dai vari osservatori, paventava orizzonti grigi e la progressiva perdita di consensi.

Certo, Tajani si è ritrovato ad affidare compiti di importanza fondamentale proprio in vista del congresso nazionale. E le scelte non potevano che cadere su figure che avessero conoscenza ed esperienza, oltre che godessero della sua fiducia. La conservazione del patrimonio documentale di Forza Italia non è un atto banale né tantomeno inutile. Il rischio di perdite di memoria di quanto si è detto, costruito e fatto, è sempre in agguato. In più c’è l’aspetto comunicativo, in vista di campagne elettorali che spazieranno dalla sfera europea fino ai contesti locali.

Non a caso, il congresso nazionale si terrà a quattro mesi delle consultazioni europee e dovrà stabilire a chi affidare la guida del partito. Un partito di governo, ma a cui le forze di opposizione, sotto sotto, fanno riferimento quando, nei contesti parlamentari propedeutici a lavori delle due camere, si preparano i provvedimenti legislativi. Un partito che si prepara a dire la sua nel processo di recupero dei consensi del popolo degli astenuti, cresciuto in modo preoccupante e finanche disarmante nelle ultime tornate elettorali. Un partito con cui le espressioni della politica che si dichiarano moderate dovranno continuare a fare i conti.

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