20.12.2024
Pochi matrimoni e poche nascite. Il governo nipponico decide per la settimana corta, investendo sul tempo libero per incentivare la natalità. A partire dal prossimo aprile, 160mila dipendenti pubblici della municipalità di Tokyo avranno, oltre al sabato e alla domenica, un terzo giorno libero a scelta ogni settimana da dedicare alla vita di coppia.
In Giappone il livello di natalità è ai minimi storici: nel 2023 sono nati solo 758.631 bebè, la cifra più piccola mai registrata nel Paese e il tasso più basso del mondo, una caduta libera che va avanti da otto anni. Per la prima volta dal 2016 i nuovi nati sono meno di un milione e il tasso di natalità è dell’1,2%, ben al disotto del 2,1% necessario a garantire il ricambio generazionale. Per di più, a causa delle rigide regole sull’immigrazione, la mancanza di nascite non è compensata dalla presenza di stranieri. Ma il governo nipponico ha in mente un’insolita strategia per risolvere il problema: quella di portare la settimana lavorativa a solo quattro giorni, così da garantire alle persone una maggior quantità di tempo libero da dedicare alla famiglia. Inoltre, per incentivare i matrimoni (anche questi in forte decrescita) è stata lanciata una app gestita dal governo metropolitano, che dovrebbe stimolare gli incontri e favorire la formazione di nuove coppie.
L’esperimento per incentivare la natalità in Giappone verrà varato da Tokyo a partire da aprile 2025, e le aspettative sono alte. In questa prima fase, 160 mila dipendenti pubblici della municipalità della capitale nipponica avranno, oltre al sabato e alla domenica, un terzo giorno libero a scelta ogni settimana. In questo modo, secondo la governatrice della città Yuriko Koike che ha lanciato la proposta, i lavoratori (e in particolare le donne) avrebbero un miglioramento delle condizioni di vita e una quantità maggiore di tempo a disposizione. Tutto ciò dovrebbe valere come incentivo a far crescere la famiglia. Sempre nella stessa ottica, chi ha figli può ottenere fino a due ore di permesso ogni giorno per prendersene meglio cura. In più dal prossimo settembre verranno resi gratuiti gli asili nido per tutti bambini in età prescolare.
Se la fase sperimentale dovesse rispettare le aspettative, il modello potrebbe essere generalizzato in Giappone. La sfida da affrontare a quel punto sarebbe quella di spezzare l’opposizione delle aziende che temono un calo della produttività. Non va dimenticato che in Giappone è ben radicata la mentalità del lavoro, che arriva fino al concetto estremo del karōshi (morte per troppo lavoro). La riduzione dell’orario dei dipendenti non è cosa da poco, dunque, ma richiede una trasformazione culturale profonda.
C’è poi un’altra strategia che il governo giapponese vorrebbe adottare per assicurare la crescita demografica. A diminuire, infatti, non sono solo le nascite, ma anche i matrimoni: nel 2023 sotto quota 500mila per la prima volta in 90 anni. Ritenendo il fenomeno collegato alla diminuzione del tasso di natalità, il governo metropolitano di Tokyo ha lanciato una app di incontri. La speranza è che qualunque ritrosia o timore venga vinta dalla garanzia di sicurezza di regole e controlli severi, e che le persone inizino a utilizzarla per incontrarsi, innamorarsi, sposarsi e mettere su famiglia. Insomma, l’equazione sembra semplice: più matrimoni, più tempo libero, uguale più figli. I giapponesi non hanno scuse.