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Salute

Il gioco passatempo che blocca il tempo

27.08.2023

Riviera italiana, Santa Margherita.

«I cruciverba combattono la vecchiaia» così diceva Umberto Eco descrivendo le parole crociate. Ecco la storia del gioco nato per trascorrere il tempo, acuendo mente e memoria.

Otto lettere, verticale: sorpresa. Le parole crociate la producono da quando sono nate nel 1913 tra le pagine di un quotidiano di New York. L’immagine classica è di chi vi si cimenta in vacanza sotto l’ombrellone, quando il tempo sembra dilatarsi. Anzi, il tempo l’hanno sconfitto, anche quando una manciata danni fa sono nati dei siti internet dove si potevano mettere le parole in croce con una tastiera e dei polpastrelli su uno schermo. La deriva digitale è stata contenuta: il cruciverba classico si fa rigorosamente con la matita e la gomma, dopo la sosta presso l’edicola di fiducia.

Messi da parte gli studi che avvalorano i benefici nel ragionamento e nella memoria (a breve termine) i cruciverba rimangono un immancabile passatempo molto amato. Per tutte le età, in alcuni casi specie per gli anziani irrinunciabile. The International Journal of Geriatric Psychiatry, in una ricerca del 2019, su 19.000 partecipanti sottoposti ad alcuni test cognitivi per misurare il livello di attenzione, valutazione di ragionamento e memoria, aveva sottolineato una riduzione dell’età mentale di dieci anni rispetto a quella anagrafica da parte di chi svolgeva cruciverba, giochi di numeri o parole. Avvalorata, poi, da un’ulteriore prova su 17.000 persone over 50 promossa dagli scienziati dell’University of Exeter (GB).

Effettuare una sorta di indagine, quasi fosse un giallo, tra i quadratini bianchi e neri assegnando le risposte esatte per riempire le caselle, assume i contorni di una sfida da vincere tra definizioni enigmatiche. Se poi, ci si trova di fronte al Bartezzaghi, il più complesso degli schemi sulla “rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”, liconica Settimana Enigmistica, grazie al maestro Piero, autore delle parole crociate a schema libero (nella tradizionale pagina 41) e inventore di neologismi dagli anni 50, allora il senso di chi come «i cruciverba combattono la vecchiaia» (U.Eco) si spiana, allargando la strada della memoria come fondamento dell’identità.

Dalla data palindromo 23-1-32 del 23 gennaio 1932 in cui il settimanale comparve in tutte (letterale) le edicole italiane quel medium che solletica curiosità e irrobustisce il pensiero, favorendo l’elaborazione di ragionamenti, ha riempito i temi vuoti di migliaia di appassionati e cultori dell’enigma, operando pure un significativo ritardo della demenza cognitiva quasi si trattasse di un apporto terapeutico succedaneo. Senza contare quel sottile senso di gratificazione personale all’atto del completamento di ogni riquadro, con l’aggiunta di una goccia in più per arricchire conoscenze e vocabolario personale sempre malfermi.

Terreno fertile pure per scrittori come Leonardo Sciascia che in Cruciverba tentò di impiantare una storia al pari di uno schema di parole crociate, in un incastro di decoupage, scomposizione. Confermando quel filo sottile affine ai gialli, con quei presagi, poi indizi trasformatisi in omicidio, da parte di Franco Arnò, ex giornalista enigmista non vedente, ne Il gatto a nove code (1971), horror del maestro di suspense Dario Argento.

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