22 Dicembre 2024
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Lavoro, Società

Il maschio si evolve domestico

Cambia l’identikit del collaboratore domestico. Nel 2022 sono stati registrati oltre 121mila uomini impegnati nell’aiuto alle pulizie di casa, il 13,6% del totale. Incredibile dato delle province del Sud come Palermo e Messina, in cui circa il 30% dei colf sono uomini. C’entra l’invecchiamento della nostra popolazione.

Fino a poco tempo fa c’erano la colf, la domestica, la badante, la donna delle pulizie, la governante. Tutte professioni che sembrava scontato declinare al femminile. Oggi non è più così: la tendenza sta cambiando, e il lavoro domestico sembra essere sempre più una cosa da maschi. Questo è quanto rivela l’ultimo rapporto annuale promosso dall’Osservatorio Domina (che si riferisce a dati del 2022), secondo cui la percentuale degli uomini (e molte volte italiani) ad entrare in questo ambito professionale è in aumento costante.
Quello dei collaboratori domestici resta ancora un settore prevalentemente femminile, ma la presenza maschile è in forte crescita. Basti pensare che nel 2022 sono stati registrati oltre 121mila uomini impegnati nell’aiuto alle pulizie di casa, il 13,6% del totale. Ma più che il dato in sé, a colpire è la tendenza: negli ultimi sei anni i lavoratori del settore sono aumentati del 27,9%, ma solo il 3,2%, di questi nuovi ingressi riguarda le donne. «Nelle province del Sud come Palermo e Messina, circa il 30% dei colf sono uomini», ha evidenziato il Segretario Generale dell’Osservatorio Domina, Lorenzo Gasparrini, il quale ha aggiunto: «Sebbene il lavoro domestico sia tuttora in gran parte gestito da donne, in Italia come nel resto del mondo, la componente maschile è tutt’altro che marginale». Un fenomeno che si evidenzia in maniera ancora più netta se si restringe la visuale ai soli badanti: nel giro di 6 anni quelli di genere maschile sono passati dall’essere 28mila a 41mila.

È interessante notare come nell’ambito dei collaboratori domestici e familiari le statistiche fotografino una realtà che si potrebbe dire speculare rispetto a quella che si registra nella maggioranza degli altri contesti lavorativi. Stando agli ultimi report dell’INPS (relativi al 2022), il gap salariale, che di solito è a favore degli uomini così come le opportunità di carriera, si ribalta con le donne che ottengono compensi migliori. I dati indicano che in questo settore la retribuzione annua media femminile è di 6.974 euro, mentre quella maschile è di 6.241 euro. Inoltre, alle donne sono solitamente affidati lavori con maggiore responsabilità e più ore settimanali.
Un altro dato che emerge dal report dell’Osservatorio Domina è che sono sempre di più gli italiani ad operare come collaboratori domestici. Se la maggior parte di loro vengono ancora dall’estero (prevalentemente dall’Est Europa, ma anche dall’Asia e dall’Africa), sono sempre di più gli italiani che entrano nel settore. «Mediamente, si tratta di più del 30% dei lavoratori domestici, con picchi superiori al 50% in molte regioni del Sud. Nei prossimi anni, inoltre, l’invecchiamento della popolazione porterà sempre più famiglie ad aver bisogno di un aiuto: ecco che il lavoro domestico può rivelarsi anche un’opportunità di impiego per donne e uomini di nazionalità italiana» ha detto Lorenzo Gasparini. Una tendenza in evoluzione, che potrebbe portare nei prossimi anni a ridefinire l’identikit del collaboratore domestico.

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