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Esteri

Il Medio Oriente s’infiamma, Occidente Caoslandia

28.10.2023

Consiglio di Sicurezza, Nazioni Unite, New York.

Onu si divide, l’Italia si astiene, Erdogan diventa partigiano di Hamas che viene ricevuta dal Cremlino insieme al delegato dell’Iran. L’Europa un’altra volta non c’è.

Il terzo sabato dopo l’attacco di Hamas a Israele appare evidente come il resto del mondo non sia capace di sbrogliare una situazione che si è nel tempo incancrenita. Il giorno dopo la notte di fuoco, che ha visto l’esercito di Tel Aviv muovere verso il nord della striscia di Gaza, restano le ferite e l’inconcludente atteggiamento dell’Occidente di fronte agli equilibri geopolitici che si spostano pericolosamente.

C’è chi tace, chi fa finta di non vedere, chi prende tempo. Meritano attenzione le parole di Alan Bar, ambasciatore israeliano in Italia, il quale ribadisce che l’offensiva di Israele nella striscia di Gaza non è contro la popolazione palestinese, che non può essere abbandonata al proprio destino e ha diritti agli aiuti umanitari, ma per debellare la minaccia di Hamas. La cui organizzazione, per chi non lo avesse capito, pullula in una sorta di città sotterranea fatta di un intricato reticolo di tunnel, da dove i miliziano escono per lasciare gli attacchi missilistici per poi farvi rientro. Settemila razzi verso Tel Aviv non sono roba da lasciare indifferenti. Senza lo scudo di cui Israele dispone, parleremmo di una distruzione su vasta scala.

Nelle risoluzioni internazionali non viene citato l’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha provocato un gran numero di vittime e detiene 224 ostaggi di ogni età. Il pericolo che si prospetta, con il passare dei giorni, è il doppio standard di valutazione delle conseguenze del conflitto sulla popolazione civile. Soffre, terribilmente, quella palestinese residente nel nord della striscia di Gaza, ma per colpa di Hamas che se ne fa scudo.

Intanto, c’è una partita politica che vede Hamas ricevuto dal Cremlino insieme al delegato dell’Iran, non senza avere dialogato con Hezbollah e Jihad per intrecciare un patto comune di azione, oltre che legittimato, a parole, dal presidente turco Erdogan, che vede in lui una sorta di partigiano.

Isolare Israele potrebbe avere risvolti pericolosi e drammatici. Gli Stati Uniti il Paese più vicino a Israele, ma anche quello che ha lavorato maggiormente per la de-escalation. I Paesi europei, al contrario, hanno votato in modo differente in sede di assemblea generale Onu.

L’Italia si è astenuta dal voto, proprio mancando la volontà di condanna dell’azione di Hamas. Dov’è la civiltà europea? Il vecchio continente sta venendo meno al suo ruolo cardine. Avanti, disuniti, in ordine sparso verso la Caoslandia.

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