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Storie

Il Mediterraneo spazio enigmatico tutto da scoprire

05.08.2024

Dai greci e romani sino ai relitti della Seconda Guerra Mondiale. Alla scoperta delle tracce significative perse in un mare culla di civiltà e autostrada di traffici commerciali, culture e popolazioni. La storia di Andrea Bada, l’Indiana Jones degli abissi misteriosi.

“Ci sono più cose tra la terra e il cielo che nei sogni della filosofia”; così Shakespeare nell’Amleto. E tra i misteri tra la terra e il cielo, molti svelati dai satelliti e sonde, ci sono di certo i mille e mille enigmi, misteri, tesori di archeologia, storia, documenti nel profondo degli abissi del mare. Andrea Bada, nato a Torino, all’ombra delle Alpi nel 1977, sulle orme del professor Jones, Indiana Jones, il cui padre scrittorio e cinematografico è George Lucas, da sempre è impegnato nella scoperta delle tracce significative della circolazione marittima nel Mediterraneo, dai greci e romani sino ai relitti della Seconda Guerra Mondiale. Ecco le sue parole dopo il rimbalzo della nuova, ultima, ma non ultima scoperta: «La topografia e i rilievi dallo spazio ci dicono se non tutto, ma molto di ciò che sulla terra e nel cielo. Ma negli abissi profondi del mare, del Mare Mediterraneo culla di civiltà e autostrada di traffici commerciali, culture, popolazioni ne sappiamo tutto? In collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare di Genova io e il mio team Tech Diver Center ad Arenzano (Ge) da anni andiamo alla scoperta di tracce di storia nel tentativo di aggiungere qualche documento tecnico e storico e antropologico all’archeologia».

Trentacinque “medaglie”, ovvero scoperte che vanno dalle navi onerarie romane e i loro carichi sino a 10 mila anfore, sino a sommergibili e aerei e navi siluranti della Seconda Guerra Mondiale. Ma il nostro Indiana Jones che abbiamo seguito nella scoperta del regio sommergibile Velella affondato, con tutto il suo equipaggio, il 7 settembre del 1943 da un siluro HMS della nave inglese Shakespeare (dicono “un disguido”, “una dimenticanza”. “un ritardo”: non aver comunicato l’armistizio, firmato il 3 settembre, ma ufficializzato l’8 settembre) nelle acque antistanti Santa Maria di Castellabate. Ma le scoperte sono anche esercizio e sfida sportiva: «L’ultima scoperta – racconta Andrea Bada, circondato dal suo inseparabile team – è stata fatta a 193 metri sul fondo del mare a miglia dall’isola del Giglio.

Non diciamo mai di più, non forniamo che alla Marina i dati per evitare i soliti predatori. Scendere è facile; 7 minuti. Si rimane a filmare e fare rilievi per 8 minuti, ma la risalita, lenta e graduale e sotto stretti controlli, avviene in 7 ore circa». Ci vuole una grande preparazione atletica e passione e soprattutto psicologica di elevato spessore, ormai comprovato, per poter fare queste scoperte e tracciare linee guida per storici e archeologi dell’antichità e dei decenni precedenti. Lasciare le navi, aerei, sommergibili, dall’antichità al secolo scorso intatti, ma con rilievi e la ricostruzione della loro storia, dei loro carichi, delle rotte, dei commerci è lo scopo di Andrea Bada, da sempre, e del suo team. Sono, per ora 35 i tesori ritrovati che rappresentano 35 musei subacquei, pagine di storia illuminate, filmate, documentate che parlano sempre di più del Mare-Madre Mediterraneo e delle possibilità umane di scendere negli abissi e toccare con mano queste tracce dell’autostrada marina e immensa dell’Oceano mare che bagna gli 8000 chilometri delle nostre coste. È una storia, questa di Andrea Bada che vale un film: Lucas e Spielberg sono avvertiti.

 

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