Le reti di contenimento dei rifiuti” sul fiume Rovigo “sono quasi completamente installate, compatibilmente con i livelli del torrente, per fermare la dispersione a valle. Anche gli interventi sul versante colpito dalla frana saranno portati avanti con la massima prudenza, perché la sicurezza degli operatori viene prima di tutto”. Lo ha detto l’assessora regionale all’ambiente della Toscana Monia Monni commentando i lavori del tavolo di coordinamento sull’emergenza derivante dai rifiuti dispersi lungo le sponde del fiume Rovigo a Palazzuolo sul Senio (Firenze), dove il maltempo del 14 e 15 marzo scorso ha provocato il riemergere di una discarica degli anni Settanta.
Una valanga composta da resti di sacchetti di plastica, frammisti a terra e rifiuti organici biodegradati e mineralizzati, con la presenza sporadica di lattine, oggetti domestici metallici, articoli di abbigliamento e frammenti di vetro, rimasta a marcire per oltre 50 anni e che niente finora aveva scalfito, si è riversata lungo 150 metri di pendio finendo nel corso del torrente. Montagne di scarti che l’acqua ha già trascinato giù fino al Santerno inquinando chilometri di sponde.
Il prossimo obiettivo è prevenire l’ulteriore scivolamento nel fiume di rifiuti, sia quelli già dispersi sul versante sia quelli ancora ammassati nella porzione non franata e intercettare, trattenendoli, altri detriti trasportati dalla corrente, per facilitarne la raccolta. Rifiuti che costituiscono principalmente “un problema di rilevanza paesaggistica e di preservazione degli habitat”.
Per Arpat, infatti, “considerata la tipologia dei rifiuti e il lungo periodo di esposizione alla degradazione ed alla mineralizzazione, non risulta, al momento, verosimile un pericolo di rilascio nell’ambiente di sostanze in grado di produrre contaminazioni significative delle matrici ambientali”. Secondo le prime stime, il ritmo di rimozione dei rifiuti e dei fanghi sarà di 30-40 tonnellate al giorno, con l’obiettivo di concludere il lavoro nel minor tempo possibile, compatibilmente con le condizioni meteo e la sicurezza delle operazioni.
Da oggi fino alla prossima settimana continueranno i sopralluoghi con prelievo di campioni d’acqua e l’utilizzo di un drone per le ispezioni dall’alto, in accordo con Arpa Toscana. L’obiettivo è monitorare la situazione del torrente Rovigo, uno dei principali affluenti nel tratto montano del Santerno.
Molte delle zone interessate sono pericolose e difficilmente raggiungibili, il che rende necessari sopralluoghi tecnici approfonditi prima di procedere con qualsiasi intervento.