18.09.2024
Clonarsi anima e corpo è possibile? Creare una replica isomorfica di un essere umano non significa limitarsi all’aspetto fisico. La mente, i ricordi e i pensieri sono un lato fondamentale nella definizione del Se. Giunti al traguardo della manipolazione della vita, quali conseguenze dovrà affrontare l’umanità se andiamo oltre? (Parte prima)
Elon Musk clonato. Due Elon Musk al prezzo di uno. E una marea di inquietanti interrogativi. Fermi tutti. Perché questa, almeno per il momento, non è neanche una fake news. Forse una voce di corridoio, amplificata a partire da un fatto, questo sì, autentico.
Il fatto si chiama Neuralink ed è l’interfaccia cervello-computer di Elon Musk al fine di aiutare i pazienti affetti da gravi malattie cerebrali a migliorare le loro capacità cognitive. Funziona così (semplifichiamo brutalmente): Neuralink è un’interfaccia neurale che capta gli impulsi elettrici del cervello, li processa e li trasmette via wireless a uno smartphone o un computer. Il chip di Musk si chiama Telepathy, nome perfetto per definire in una sola parola la sua funzione, cioè mettere in collegamento l’essere umano con la macchina tramite il pensiero. Neuralink è già stato impiantato, a gennaio di quest’anno, nel cervello di un paziente affetto da tetraplegia e un secondo intervento è stato effettuato con l’impianto nel cervello di un altro paziente con patologia similare. Elon Musk dispone, dal 2023, l’autorizzazione della Food and Drug Administration americana (FDA), senza la quale la sua start up non avrebbe mai potuto avviare i primi test per l’impianto di microchip nell’uomo. Ora facciamo un esperimento mentale e immaginiamo di essere nel 2035. Un giorno di quell’anno Musk è in piedi davanti a un altro se stesso, una sua replica isomorfica, un suo clone, una copia vivente non solo nel corpo ma anche nella mente, con gli stessi ricordi e pensieri: è il risultato degli sviluppi ultimi e definitivi della clonazione. Un passo indietro. 5 luglio 1996, in un laboratorio del Roslin Institute in Scozia guidato dal Ian Wilmu, viene clonato con successo per la prima volta un mammifero da una cellula adulta, la pecora Dolly. E’ una svolta scientifica che dimostra che una cellula adulta specializzata può essere riprogrammata per svilupparsi in un organismo completo.
28 maggio 2003, in un laboratorio di Cremona il team condotto dal dottor Cesare Galli fa nascere Prometea, il primo cavallo da corsa clonato: la madre surrogata è geneticamente identica a Prometea, quindi dà alla luce il suo stesso clone. 24 gennaio 2018: un team di scienziati cinesi clona due scimmie, Zhong Zhong e Hua Hua, utilizzando la tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche. Infine arriviamo al 5 luglio 2022: scienziati giapponesi clonano con successo un topo utilizzando una cellula cutanea proveniente da un esemplare maschile, un risultato ottenuto trasformando una cellula della pelle in una cellula uovo artificiale, poi fecondata per dare origine a un embrione. Oggi siamo giunti al traguardo della manipolazione della vita e della riproduzione e nulla vieta di pensare che qualcuno sia riuscito a replicare un essere umano in qualche laboratorio supresegretissimo nascosto nelle viscere della terra, oppure con le vetrine che danno sulla centralissima via di una qualche metropoli. Ora, immaginiamo di combinare queste due tecnologie, la clonazione e Nueralink e immaginiamo che Elon Musk le applichi su di sè: non solo clonerebbe se stesso fisicamente, ma trasferirebbe anche tutti i contenuti della sua mente in una copia isomorfica a lui. Il risultato? Due copie identiche di Elon Musk. Ma quale delle due sarebbe il “vero” Elon Musk?