25 Novembre 2025
/ 24.11.2025

Il mondo è sempre più elettrico, ma ben 730 milioni di umani restano al buio 

Nel 2024 si registra un calo di appena 11 milioni nella popolazione senza elettricità, ben al di sotto del ritmo pre-pandemia. La transizione avanza, ma per centinaia di milioni di persone restare con la luce spenta continua a essere la normalità

In un anno in cui reti e rinnovabili macinano record, la cifra che non si muove abbastanza è quella che conta di più: 730 milioni di persone nel mondo non hanno ancora accesso all’elettricità. È il dato aggiornato dell’Agenzia Internazionale dell’Energia per il 2024, che parla di un calo di appena 11 milioni rispetto al 2023, ben al di sotto del ritmo pre-pandemia. La transizione avanza, ma per centinaia di milioni di persone restare con la luce spenta continua a essere la normalità.

Otto su dieci di queste persone vivono in Africa subsahariana, dove la crescita demografica corre più veloce dell’elettrificazione. Qui il numero degli esclusi non è sostanzialmente cambiato dal 2020. Il motivo è un mix di fattori che pesano come macigni sui bilanci nazionali: debito elevato, costi di finanziamento in aumento, aiuti allo sviluppo in diminuzione. Anche quando i governi varano piani e i gestori tirano nuove linee, l’incremento della popolazione nei territori non connessi erode buona parte dei risultati.

L’aritmetica è spietata

Detto questo, per fortuna il quadro dell’Africa non è omogeneo in negativo. Si intravedono progressi concentrati: Costa d’Avorio, Kenya e Mozambico guidano una ripresa trainata dalla rete e dalle mini-grid. Nel 2024 le nuove connessioni nell’Africa subsahariana hanno raggiunto 6,8 milioni, il 2% in più dell’anno precedente, con gli allacci alla rete in crescita di oltre l’11%. Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Uganda hanno messo a segno avanzamenti rilevanti. Ma l’aritmetica è spietata: l’aumento delle connessioni è in gran parte compensato dall’espansione della popolazione in aree non servite, per un calo netto di soli 4 milioni di persone senza elettricità. 

Al tempo stesso, il segmento dei sistemi solari domestici cambia volto. Nel 2024 le vendite globali sono salite del 4%, e l’Africa subsahariana ha registrato un +26% di nuovi utenti primari. Tuttavia, la crescita è stata trainata soprattutto da dispositivi piccolissimi — lanterne e sistemi fino a 10 Wp — che non raggiungono la soglia minima di “accesso” definita dalla IEA. Escludendo questi, le connessioni da sistemi solari più grandi risultano in calo rispetto al picco del 2022. È un segnale che la spinta off-grid, da sola, non basta se non è accompagnata da capacità e potenza adeguate ai bisogni reali.

Un dato in controtendenza

Un altro dato in controtendenza riguarda i consumi. Nelle famiglie già connesse dell’Africa subsahariana, la domanda elettrica media è scesa di circa un quarto nell’ultimo decennio, mentre il tasso di accesso è salito dal 30% nel 2012 al 50% nel 2024. Tariffe cresciute più dei redditi comprimono la capacità di spesa e spingono a tagliare i consumi; le nuove connessioni, inoltre, riguardano spesso aree rurali più povere, dove l’elettricità si usa poco e per scopi limitati. Anche quando entrano in casa pannelli e batterie, la taglia ridotta dei sistemi frena la domanda. Mancano, infine, opportunità di “usi produttivi” — le attività economiche che trasformano i kWh in reddito — che altrove hanno accompagnato l’elettrificazione.

Al di fuori dell’Africa, il quadro è più avanzato ma i problemi non sono risolti. Nel 2024, l’accesso all’energia elettrica nell’Asia in via di sviluppo ha toccato il 98%. India e Indonesia hanno raggiunto l’universalità, mentre il grosso del divario regionale si concentra in Pakistan, Afghanistan, Mongolia, Myanmar e Corea del Nord, che insieme rappresentano l’83% delle persone ancora non connesse. Anche qui, però, la velocità di marcia è rallentata rispetto al periodo 2015-2019. In America Latina l’accesso è vicino al 98%, ma colmare gli ultimi punti percentuali richiede soluzioni su misura per territori remoti come altipiani andini e Amazzonia; al passo attuale potrebbero volerci fino a 15 anni, con Haiti e Honduras tra i casi più critici.

I venti contrari

Stando ai dati preliminari dell’Agenzia, il 2025 non promette accelerazioni decisive. I venti contrari restano forti, tra oneri del debito e finanza per lo sviluppo in contrazione. Eppure, qualcosa si muove sul fronte delle politiche. Circa il 60% delle persone oggi senza elettricità vive in Paesi che nel 2024 e nei primi mesi del 2025 hanno varato nuove misure per l’accesso: incentivi fiscali e per i consumatori, programmi di elettrificazione, strategie nazionali e interventi mirati. A questo si aggiungono segnali industriali e commerciali, come le importazioni record di moduli fotovoltaici dalla Cina in diversi mercati africani, che possono abbassare i costi e accelerare progetti di rete, mini-grid e solare distribuito.

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