30 Gennaio 2025
Milano, 5°

Esteri, Mondo

Il monte Everest continua a crescere (di poco) anno dopo anno

La vetta più alta della Terra aumenta la sua altezza di due millimetri ogni anno. È il “rimbalzo isostatico” il responsabile del fenomeno

Il monte Everest è la vetta più alta della Terra. È piena di immondizie lasciate dagli scalatori (e anche di qualche cadavere, a dire il vero). Ma il fatto è che il monte più alto del Pianeta Terra continua a crescere: da due a cinque millimetri ogni anno. Colpa” di complicati quanto immani processi geologici, con l’aumento dell’erosione di alcuni bacini fluviali che spostano enormi quantità di roccia e terra, “alleggeriscono” l’Everest, che si “solleva” sulla crosta terrestre. Non è il processo geologico di fondo, quello nato dallo scontro tra il subcontinente indiano e lEurasia, che ha fatto innalzare la catena dell’Himalaya 50 milioni di anni fa. È un altro e più recente fenomeno, iniziato 89.000 anni fa, quando il fiume Arun si è unito al sistema fluviale del Kosi, lungo 720 chilometri, la cui parte più elevata si snoda a oltre 8 mila metri di altitudine. L’acqua incanalata dal Kosi nell’Arun ne ha aumentato il potere erosivo, scavando e trascinando via miliardi di tonnellate di terra e sedimenti. Nel corso dei millenni, il peso gradualmente trascinato via dall’acqua ha “alleggerito” la parte di crosta terrestre su cui giace l’Everest, che è riuscita così a sollevarsi.

Crescita costante
Di tutto questo parla uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, guidato dall’Università Cinese di Geoscienze e dall’University College di Londra. Utilizzando strumenti Gps, i ricercatori hanno calcolato che l’Everest, alto 8.849 metri sul livello del mare, si sta rialzando di circa 2 millimetri l’anno. E negli ultimi 89 mila anni, cioè da quando la rete fluviale vicina ha cominciato la sua opera di erosione, scavando una profonda gola a circa 45 chilometri di distanza dalla vetta, è cresciuto di un valore compreso tra 15 e 50 metri grazie al lento sollevamento delle zone circostanti. Per i ricercatori coordinati da Jin-Gen Dai dell’ateneo cinese e Matthew Fox di quello britannico la causa dell’anomalia dell’Everest è nell’effetto noto come “rimbalzo isostatico”. Normalmente questo effetto si verifica solitamente quando i ghiacciai si sciolgono e la crosta terrestre, liberata dal peso, si solleva. In questo caso, la crosta terrestre (lo strato più superficiale della Terra, che fondamentalmente “galleggia” su uno strato fatto di roccia calda e semiliquida) si sta sollevando non per la perdita di un ghiacciaio, ma per quella della roccia scavata dal fiume. Un processo estremamente lento, ma che può provocare cambiamenti significativi considerando il lunghissimo periodo dei tempi geologici. Come spiega Dai, è come quando da una nave si toglie un carico pesante: si solleva verso l’alto. Il sollevamento non si limita al Monte Everest, ma interessa anche alcune vette vicine, tra cui il Lhotse e il Makalu, rispettivamente la quarta e la quinta vetta più alta del mondo. Il tasso di sollevamento dovrebbe essere simile, anche se il Makalu, essendo più vicino alla rete fluviale, potrebbe sperimentare un sollevamento leggermente più pronunciato. Questo effetto non continuerà per sempre: a un certo punto si raggiungerà una situazione di equilibrio.

Il vero problema
LEverest si chiama così in occidente: prende il nome da George Everest, un geografo britannico del XIX secolo che lavorò come topografo in India. In realtà si chiama Chomolungma, “la madre dell’universo”, in tibetano e Sagaramāthā, “il dio del cielo” in nepalese. Come dicevamo, però, la montagna più alta del mondo ha ben altri problemi. Primo tra tutti, lo scioglimento dei suoi ghiacciai a causa della crisi climatica. Quello peggio messo è il ghiacciaio del Colle Sud, che si è assottigliato di 55 metri nel corso degli ultimi 25 anni, perdendo una massa ghiacciata pari a quella che si era formata in circa 2.000 anni, dice uno studio internazionale guidato dallUniversità del Maine, che ha calcolato che il ghiacciaio si sta ritirando a una velocità che è 80 volte superiore al tempo necessario alla formazione del ghiacciaio stesso. Il rapido scioglimento, avvertono gli studiosi, potrebbe portare a un ulteriore peggioramento della crisi climatica, oltre a generare valanghe più frequenti e avere un pesante impatto sulle fonti dacqua da cui dipendono circa 1 miliardo di persone.

Macabre scoperte
E con lo scioglimento dei ghiacciai riemergono anche i corpi di centinaia di alpinisti morti in un secolo di scalate alla vetta più alta del mondo, e dispersi da quando sono stati vittime di incidenti o del maltempo. Secondo le stime dellesercito nepalese, oltre 300 persone sono morte scalando la montagna himalayana dall’inizio delle spedizioni negli anni ’20 del secolo scorso, otto dei quali solo negli ultimi sei mesi. Molti corpi sono rimasti dispersi, alcuni nascosti dalla neve o nei profondi crepacci della montagna e con ogni probabilità lì resteranno per sempre. Altri, ancora vestiti con la loro colorata attrezzatura da arrampicata, sono diventati per gli scalatori punti di riferimento per la vetta.

Riemergono anche i rifiuti abbandonati: un team nepalese ha rimosso 11 tonnellate di spazzatura dal campo a più alta quota dell’Everest, l’ultimo campo prima che gli scalatori facciano il loro tentativo di raggiungere la vetta. Sempre in zona Colle Sud si dice che ci possano essere altre 40 a 50 tonnellate di rifiuti. Sporcizia che peraltro non è nemmeno agevole eliminare, visto che bisogna andare in primavera, quando le condizioni meteorologiche sono migliori, e che comunque in quota i livelli di ossigeno sono circa un terzo della quantità normale, i venti possono rapidamente trasformarsi in condizioni di bufera e le temperature precipitano all’improvviso. Il governo nepalese ha sollecitato gli escursionisti perché riportino indietro la loro spazzatura: un invito che, unito alla maggiore consapevolezza ambientale, ha ridotto significativamente la quantità di rifiuti abbandonati. Ma per rendere ancora più netto il messaggio, sempre il governo nepalese ha deciso di aumentare la tassa da pagare per salire: nella stagione estiva si dovranno sborsare fino a 15 mila dollari. Un aumento consistente rispetto agli 11 mila pagati fino ad oggi.

Condividi