10 Dicembre 2025
/ 9.12.2025

Il Natale unisce San Pietro e piazza del Popolo

Roma vive in stereo il suo Natale: da una parte l’abete rosso di Val d’Ultimo che domina piazza San Pietro, dall’altra il grande albero comunale acceso in piazza del Popolo dal sindaco Roberto Gualtieri. Due simboli diversi, uno donato dalla montagna altoatesina e l’altro arrivato direttamente da Como, entrambi capaci di trasformare la capitale in un palcoscenico luminoso.

L’abete che porta il profumo della Val d’Ultimo

Il gigante di 25 metri arrivato dal meranese svetta nel colonnato del Bernini dal 27 novembre. È un dono dei Comuni di Lagundo e Ultimo, scelto nell’ambito della gestione forestale altoatesina e accompagnato da un messaggio di cura del bosco. Il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, lo ha ricordato chiaramente: “Il taglio dell’albero non è un atto irrispettoso, ma il frutto di una cura attiva che garantisce la salute del bosco e tiene sotto controllo la sua crescita”.  Una riforestazione attiva che, nelle sue parole, pianta nuovi alberi per ogni esemplare rimosso, assicurando boschi “sani e resilienti per le generazioni future”.

Dopo le feste, anche il suo destino è già scritto: i rami diventeranno oli essenziali, il legno verrà recuperato da un’associazione secondo criteri ambientali. Un ciclo che unisce montagna, città e riuso.

Intanto, attorno all’abete, piazza San Pietro continua a registrare numeri record. Nel ponte dell’Immacolata sono arrivati 370 mila turisti, con quasi un milione di presenze l’8 dicembre. Un fiume di persone per cui l’abete di Ultimo è diventato bussola visiva e punto d’incontro.

Un rito che accende la città

Pochi chilometri più in là, piazza del Popolo ha messo in scena il suo spettacolo. L’abete comunale, alto oltre venti metri, è stato acceso in una serata gremita, con romani e turisti serrati spalla a spalla a fotografare le 100 mila luci Led e le maxi decorazioni. Sul palco Noemi, madrina dell’evento, ha introdotto il sindaco Gualtieri, mentre il gospel e “Jingle Bells” facevano da colonna sonora al conto alla rovescia.

Il sindaco ha legato l’accensione all’anno del Giubileo, ringraziando”tutte le persone che ci hanno aiutato a vivere e condurre il Giubileo” e ricordando il lavoro fatto su parchi, strade e piazze. Accanto a lui, la presidente di Acea Barbara Marinali ha presentato le nuove luminarie: non più installazioni tradizionali, ma un video luminoso lungo via del Corso, composto da oltre mezzo milione di luci Led.

L’atmosfera natalizia si è intrecciata anche con il tradizionale omaggio del papa all’Immacolata in piazza di Spagna: trentamila persone assiepate fin dal pomeriggio, un’altra prova che Roma, a dicembre, è un’unica grande piazza diffusa.

Due alberi, un’unica narrazione

L’abete che viene dai boschi dell’Alto Adige e quello arrivato da Como raccontano due volti complementari del Natale: la connessione con la natura e il bisogno di comunità. Il primo parla di gestione sostenibile del patrimonio forestale, il secondo accende una capitale che lavora per aumentare la capacità di accoglienza, fra Giubileo, cantieri e una stagione turistica che non rallenta.

Roma, insomma, vive il suo Natale su due assi: la spiritualità globale di San Pietro e la vitalità popolare di piazza del Popolo. Due alberi che tengono assieme l’attenzione di pellegrini, turisti e cittadini.

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