27.08.2024
A casa Verstappen si consacra Norris che per la prima volta nella sua carriera diventa autore di un Hat Trick: pole position, vittoria e giro veloce. Una Ferrari torna competitiva e può guardare a Monza con ritrovato ottimismo.
Una festa arancione ci si aspettava, e una festa arancione è arrivata. Cambia però una consonante: a Zandvoort a esultare non è il popolo Oranje (gli olandesi, sempre in palpitazione per il loro eroe Max Verstappen), bensì quello Orange. Si tratta dei tifosi McLaren, che proprio a casa di colui che ha dominato la Formula 1 negli ultimi anni si possono godere la definitiva consacrazione di Lando Norris. Anche scurendo leggermente la gradazione del colore, però, anche chi ha il Rosso nel cuore può essere soddisfatto. Per il terzo posto di Charles Leclerc, certo, ma in generale per una Ferrari tornata in pista con un livello di prestazioni quasi insperato.
Il grande protagonista del GP d’Olanda è però Norris, per la prima volta in carriera autore di un Hat Trick: pole position, vittoria e giro veloce, fatto registrare addirittura nell’ultimissimo giro. Quello che ne ha certificato l’inedito ruolo di pilota attualmente più forte del Circus. Anche a discapito di un Verstappen che non vince da cinque gare ma risulta comunque formidabile nel portarsi sempre a casa il massimo risultato possibile: non a caso Max resta in testa al mondiale, e con un rinfrancante vantaggio di 70 punti su “SuperLando”. Sono però solo 30 quelli della McLaren su una Red Bull che da anni non appariva così in difficoltà.
Le difficoltà sembrano invece parzialmente svanite in casa Ferrari, peraltro abbastanza d’incanto. Il venerdì e soprattutto il sabato si erano rivelati disastrosi per il Cavallino, con Leclerc che aveva parlato di un eventuale podio addirittura come di un “miracolo”. Eppure il terzo posto arriva, e non per caso: entrambi i piloti della Rossa nella domenica di Zandvoort mostrano un passo gara invidiabile, con Carlos Sainz (quinto alla fine) che in alcuni stralci del Gran Premio si dimostra persino il più veloce in pista.
Questi i temi più caldi di un weekend che promette di cristallizzare nuovi equilibri in una Formula 1 dal volto nuovo, stravolto sulle montagne russe dell’insidioso tracciato di Zandvoort: una pista unica nel suo genere, con la carreggiata stretta e le curve paraboliche dalla pendenza tale da renderle appunto simili a quelle di un luna park. Per informazioni chiedere al povero Kevin Magnussen, trovatosi al 41° giro (non al primo) coinvolto in una battaglia per il decimo posto con ben quattro avversari tutti in bagarre in un solo rettilineo: Gasly, Albon, Alonso e Stroll. Ma per Norris e McLaren da un lato e la Ferrari dall’altro le buone notizie vanno ben oltre.
Per quanto riguarda gli inglesi ormai la consapevolezza del proprio valore è tanta, come dimostra la serietà di Lando nel celebrare la vittoria: tutt’altra pasta rispetto anche solo a un anno fa, quando bastava un podio a mandarlo in settimo cielo. A Maranello invece l’aria è tornata buona: anche al muretto, dove la strategia del pit stop anticipato premia entrambi i piloti. E ora la testa è già a domenica prossima, quando si correrà a Monza cercando di alzare quell’asticella ora in mano alla McLaren e non più alla Red Bull.
Credito fotografico: mclaren.com,racing,formula-1