16.05.2023
Un invito speciale, un programma che va oltre, costellato di incontri con scrittori e scrittrici, ma anche di proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, letture e laboratori per bambini e ragazzi, mostre e dibattiti.
Tutti pronti a salpare per una traversata sulle onde di un mare di carta stampata con le scialuppe di storie ed immagini, memorie e desideri a galleggiare. Il Salone Internazionale del Libro di Torino apre i padiglioni del Lingotto Fiere da giovedì 18 a lunedì 22 maggio, per festeggiare trentacinque anni di itinerari, narrati da autori e autrici italiani e internazionali, con frange di lettori riverenti (s)fuggiti dal silenzio dello spazio-lettura, così intimo, così personale, per catapultarsi nella dimensione circense di una fiera rutilante, schiamazzante e caotica. Persi nel labirinto delle proposte con gli editori trasformati in imbonitori seppur nobiliari per scopo e intenti (ma gli schei-pila-danè so’ sempre sordi), sballottati in una centrifuga tritatutto, il programma ciclopico di quest’anno non consentirà un attimo di tregua ai lettori stessi, per una volta spettatori in apnea tra stand luccicanti con le pile di libri alte così.
1.400 eventi, presentazioni, incontri e dibattiti a cui affiancano oltre 600 altri eventi del Salone Off, a presidiare i quartieri delle 8 Circoscrizioni di Torino e i 24 Comuni della Città Metropolitana. E via con un programma costellato di incontri con scrittori e scrittrici, ma anche di proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, letture e laboratori per bambini e ragazzi, mostre, dibattiti, e, perché no, cene letterarie con un buon vinello. In tutto 300 spazi che coinvolgono 94 centri del Piemonte. E una volta dentro, l’imbarazzo della scelta: dai francesi Emmanuel Carrère, Victoria Mas e Anthony Passeron, al Premio Pulitzer americano Andrew Sean Greer (2018, Less), alle scrittrici USA Alka Joshi e Helene Stapinski, passando per il nigeriano Bayo Akomolafe, gli albanesi Durim Taçi, Gëzim Hajdari e Sonila Strakosha. Tra i tanti italiani Maurizio de Giovanni (Sorelle. Una storia di Sara), Margherita Mazzucco e Walter Siti (vincitore del premio Fuori, Tutti i nomi di Ercole). E gli spagnoli Fernando Aramburu (vincitore del Premio Strega Europeo con Patria) e Javier Cercas (l’autore della trilogia della Terra Alta). No grazie, preferisco il Premio Nobel per la Letteratura 1986 Wole Soyinka, nigeriano, con le sue Cronache dalla terra dei felici, (La nave di Teseo), una puntuta riflessione satirica su come il potere e l’avidità possono corrompere l’anima di una nazione. O, forse, Tony Wheeler, pronto a celebrare i 50 anni di Lonely Planet, la guida che ha cambiato il nostro modo di viaggiare.
Ma c’è pure il professor Alessandro Barbero che, smessi gli abiti dello storico, si avventura nel mix di farsa e tragedia del suo romanzo Brick for stone, a ridosso dei fatti dell’11 settembre. Il tutto, sul filo conduttore del tema di quest’edizione: Attraverso lo specchio. Al contrario di Narciso che vede solo se stesso, Alice, giovane figura iconica di Lewis Carroll, grazie ad un’immaginazione propulsiva, scorge nello specchio un mondo nuovo, lo attraversa e si ritrova in un’altra dimensione. Un viaggio nel magico spazio della letteratura attraverso i libri che meglio rappresentano il nostro immaginario condiviso e ineludibile, per vedere (e leggere) il mondo attraverso altri occhi: più consapevoli.