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Cronaca, Salute

Il telefonino fa male al cervello?

13.09.2024

La scienza risponde all’eterna domanda se le radiazioni elettromagnetiche rilasciate dai device possano provocare un tumore. Una revisione delle ricerche svolte tra il 1994 e il 2022 mette definitivamente chiarezza sulla vicenda.

A cavallo tra gli anni ’90 e i primi 2000 ha rappresentato il vero spauracchio per chi ha iniziato a prendere dimestichezza con i telefonini durante il loro primissimo boom, andando poi a scemare tra le preoccupazioni delle persone anno dopo anno. Qualcuno però non se lo è dimenticato, e non ha mai smesso di porsi la fatidica domanda: l’utilizzo massiccio del cellulare può provocare o anche solo aumentare il rischio di incorrere in un tumore?

La questione è dibattuta, come detto, da almeno trent’anni. E per tutto questo lasso di tempo si sono svolte importanti ricerche sul tema, la cui revisione ha condotto a una risposta dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) che si spera possa essere definitiva.
L’OMS ha recentemente ripassato al setaccio decine di studi, effettuati tra il 1994 e il 2022, rimettendoli in ordine grazie all’aiuto e il coordinamento della Australian radiation protection and nuclear safety agency (Arpansa). Al centro delle attenzioni di ognuno di questi lavori c’era l’effetto sulla salute umana delle radiazioni elettromagnetiche: le stesse utilizzate dai telefoni cellulari per comunicare. E le stesse che si è a lungo temuto potessero collegarsi alla possibile insorgenza di tumori cerebrali.
Ebbene, le prove che associno tra loro le radiazioni e la terribile malattia non esistono. Un’affermazione che potrebbe certamente suonare fin troppo categorica, ma che deriva da una colossale revisione sistematica della letteratura medica che ha affrontato l’argomento nell’arco di quasi tre decenni. Parliamo di 63 studi, ricavati da un’opera di selezione che ne includeva in origine addirittura 5 mila.

L’OMS si è concentrata sulle radiazioni elettromagnetiche comprese tra 300 Hz e 300 GHz: sono quelle utilizzate dai telefoni cellulari, ma anche da radio, televisori e le più recenti connessioni Wi-Fi. Ne consegue che l’esposizione umana a questo tipo di onde è cresciuta a dismisura, soprattutto negli ultimi due decenni. Nonostante questo, però, la curva statistica dei tumori cerebrali ha un andamento completamente diverso. E lo stesso vale per altri tumori, a partire da quelli alle ghiandole salivari o le leucemie. Nessuna differenza degna di nota risulta nemmeno tra pazienti il cui utilizzo delle moderne tecnologie è particolarmente ingente e altri che invece nemmeno dispongono di tali dispositivi.
Gli autori del lavoro si ritengono estremamente soddisfatti, a partire da Ken Karipidis di Arpansa. Secondo quest’ultimo, mai uno studio così ricco e approfondito aveva affrontato la questione dell’eventuale legame tra onde elettromagnetiche e tumori. L’estensione dei dati raccolti non ha, infatti, precedenti, dimostrando peraltro coerenza con ciò che già affermavano le analisi del recente passato. Detto questo, la scienza non si ferma e le autorità sanitarie mondiali hanno già affermato di voler proseguire le ricerche sul tema, con lo scopo di arrivare un giorno a poter escludere una volta per tutte la correlazione che tanto ha spaventato l’umanità a cavallo dei due millenni.

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