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Cronaca, Sostenibilità

Imballaggi, le considerazioni dell’Italia alla proposta UE

20.12.2023

Il Consiglio europeo per l’Ambiente ha approvato il testo sulle nuove norme per gli imballaggi e l’ha passato al Parlamento. Il voto contrario di Pichetto soddisfa le categorie coinvolte.

Più riuso e meno riciclo, verso l’obiettivo “rifiuti zero”. È questo lo spirito della proposta europea, approvata dal Consiglio per l’Ambiente, per la regolamentazione degli imballaggi. L’orientamento generale servirà da mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla forma finale della legislazione e ha ricevuto il solo “no” del ministro italiano, Gilberto Pichetto. Un Paese che rema contro l’ambiente, in nostro? In realtà, le motivazioni del governo Meloni hanno radici nella specificità del tessuto economico del Paese.
In sintesi, la proposta del Consiglio considera l’intero ciclo di vita degli imballaggi e fissa obiettivi al 2030, 2035 e 2040, stabilisce i requisiti per garantire che gli imballaggi siano sicuri e sostenibili, richiedendo che tutti siano riciclabili (ad esempio, l’etichetta delle bustine di tè dovrà essere compostabile, come il filtro) e che la presenza di sostanze problematiche sia ridotta al minimo. Stabilisce inoltre i requisiti di etichettatura per migliorare l’informazione dei consumatori.

Altro obiettivo è ridurre al minimo la produzione di rifiuti di imballaggio fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e imponendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati. Una volta che gli imballaggi diventano rifiuti, la proposta mira a garantire che vengano raccolti, selezionati e riciclati secondo i più alti standard possibili.
La bocciatura espressa dal ministro Pichetto è dovuta – ha spiegato – ai tempi troppo stretti per gli obiettivi del compostaggio, all’assenza di una deroga al riuso per i Paesi che raggiungono il 75% del riciclo e, soprattutto, alla mancata considerazione dei tessuti imprenditoriali nazionali, con la struttura italiana formata soprattutto da Pmi, quindi con maggiori difficoltà rispetto alle multinazionali per adeguarsi alle nuove norme (in particolare il concetto di “ricarica”).

 

Una posizione, quella di Pichetto, che ha raccolto il plauso delle categorie che verrebbero coinvolte dal nuovo regolamento europeo. Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Federdistribuzione, Casartigiani e CLAAI hanno lanciato l’allarme: «È a rischio oltre il 30% del Pil del Paese, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Si tratta dei molteplici settori produttori di imballaggi, i loro fornitori, delle imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, oltre all’intera filiera della ristorazione e del turismo».
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha aggiunto che «il testo approvato ignora il fatto che per i prodotti agricoli gli imballaggi rappresentano un sistema di protezione e conservazione a vantaggio dei consumatori e c’è il rischio di sacrificare gli investimenti e i posti di lavoro della filiera del riciclo che ha raggiunto, in anticipo, gli obiettivi fissati dall’Unione europea». E invita il Parlamento a rimandare la votazione alla prossima legislatura.

«Ciò che più preoccupa della proposta – concordano le categorie – è la mancanza totale di neutralità tecnologica (ndr: il principio secondo il quale la transizione energetica è realizzabile attraverso un approccio flessibile alle tecnologie disponibili, non limitato a una unica soluzione)».

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