23 Dicembre 2025
/ 23.12.2025

In Cile nasce un parco ai confini del mondo

A Capo Froward, sullo Stretto di Magellano, 150 mila ettari di ecosistemi estremi verso la tutela pubblica. Un filantropo ha donato 127 mila ettari

Battuto dai venti e dalle correnti dello Stretto di Magellano, Capo Froward è al centro di un progetto che porterà alla nascita di un nuovo parco nazionale cileno. Il governo sta completando le procedure per l’istituzione di un’area protetta di circa 150 mila ettari sul promontorio all’estremità meridionale della penisola di Brunswick, una delle zone più remote e meno antropizzate della Patagonia.

Il futuro Parco nazionale di Capo Froward comprenderà foreste subantartiche, torbiere, ghiacciai e ambienti costieri che si affacciano direttamente sullo Stretto. Un insieme di ecosistemi interconnessi e particolarmente vulnerabili, sottoposti a pressioni crescenti legate alle attività industriali e all’espansione del turismo. “La penisola di Brunswick è un mosaico di ecosistemi marini, costieri e terrestri”, ha dichiarato a Reuters Benjamín Cáceres, coordinatore della fauna selvatica di Rewilding Chile – fondazione creata dal filantropo e fondatore di North Face, Douglas Tompkins -, sottolineando la necessità di regolare l’intervento umano per evitare danni agli equilibri naturali.

Un rifugio per la fauna

Capo Froward ospita la popolazione continentale più meridionale dell’huemul, il cervo simbolo del Cile oggi in pericolo di estinzione. Le acque circostanti sostengono una ricca catena alimentare marina che comprende balene, leoni marini e orche, rendendo l’area strategica anche dal punto di vista della biodiversità oceanica. Secondo Cáceres, si tratta di ambienti capaci di mantenere un equilibrio ecologico che offre rifugio a specie minacciate.

Il progetto è sostenuto da una rilevante donazione di terre private. A novembre Rewilding Chile ha trasferito allo Stato cileno circa 127 mila ettari, ponendo come condizione l’istituzione del parco entro due anni. A questa base si aggiungono altri 33.810 ettari nell’area di Puerto Gallant, a sud della penisola, che porteranno Capo Froward a diventare il parco nazionale continentale più australe del Paese.

Tra tutela ambientale e territorio

Puerto Gallant è uno degli ancoraggi storici per le imbarcazioni che attraversano la bocca occidentale dello Stretto di Magellano ed è parte del territorio ancestrale dei Kawésqar, tribù di nativi americani del Sudamerica. Nel tempo l’area è stata interessata da attività di pesca artigianale, dall’industria baleniera e dallo sfruttamento del legno, lasciando segni ancora visibili nel paesaggio.

Insieme all’iter istituzionale, sono già in corso programmi di restauro della foresta nativa, monitoraggio della fauna selvatica e spedizioni marine dedicate alla raccolta di dati sulla biodiversità e sulle estese foreste di macroalghe. Un lavoro preparatorio che mira a costruire una gestione fondata su basi scientifiche.

Secondo la coordinatrice del progetto, Gabriela Garrido, il decreto istitutivo potrebbe essere finalizzato nei prossimi mesi. Il nuovo parco si inserirebbe così in un corridoio biologico di circa 8 milioni di ettari in Patagonia, che comprende i parchi nazionali Kawesqar e Alberto de Agostini.

Capo Froward sarà inoltre il primo parco nazionale situato all’interno del Comune di Punta Arenas. Per questo, come ha spiegato Carolina Morgado, direttrice del progetto Rewilding, l’obiettivo è coniugare tutela ambientale e sviluppo economico locale attraverso infrastrutture leggere, sentieri e aree di campeggio, pensate per un turismo regolato e compatibile con un ambiente estremo e fragile al tempo stesso.

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