29 Ottobre 2025
/ 29.10.2025

In Italia 20 morti al giorno per i picchi di caldo

Nel mondo una vittima al minuto. È il nuovo rapporto “Lancet Countdown 2025” che registra anche alcuni progressi. La riduzione del carbone ha evitato 160.000 morti premature ogni anno tra il 2010 e il 2022 e la produzione di energia da fonti rinnovabili ha toccato livelli record. Nel 2023 oltre 16 milioni di persone hanno lavorato nel settore delle rinnovabili, con un aumento del 18% in un solo anno

La crisi climatica, il fenomeno che per Trump è una truffa, all’Italia sta già costando il raddoppio delle vittime per i picchi di caldo. Adesso sono 20 le persone che muoiono ogni giorno perché non reggono la pressione termica in crescita. Nel periodo 2012-2021 il nostro Paese ha registrato 7.400 decessi all’anno legati al caldo, più del doppio rispetto agli anni ’90.

Nel 2024 ogni italiano è stato esposto in media a 46 giorni di ondate di calore, e 33 di questi giorni (il 72%) non si sarebbero verificati senza i cambiamenti climatici. Un impatto che si misura anche in termini economici. L’esposizione al caldo crescente ha provocato una perdita record di 364 milioni di ore di lavoro, pari a 15 ore per persona, con un incremento del 181% rispetto ai livelli degli anni Novanta del secolo scorso. Il settore più colpito è quello delle costruzioni, che da solo rappresenta il 40% delle perdite.

A tutto questo si aggiungono gli effetti degli incendi: tra il 2020 e il 2024, il fumo ha causato una media di 1.100 morti l’anno nel nostro Paese.

Sono i dati del Lancet Countdown on Health and Climate Change 2025, molto netti anche a livello globale: ogni minuto una persona muore a causa del caldo estremo. La mortalità legata al calore ha raggiunto una media di 546.000 decessi l’anno. E nel 2024, l’inquinamento atmosferico dovuto al fumo degli incendi ha provocato 154.000 morti, il dato più alto mai registrato.

Il riscaldamento globale sta anche ampliando il raggio d’azione delle malattie tropicali: il potenziale di trasmissione della dengue è cresciuto del 49% rispetto agli anni Cinquanta.

“Una crisi sanitaria globale”

Il rapporto, elaborato da 128 esperti di 71 istituzioni coordinate dallo University College di Londra e dall’Organizzazione mondiale della sanità, parla di un “bilancio sanitario da record” dovuto alla combinazione tra riscaldamento globale e ritardi nell’adattamento. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato: in media, ogni persona nel mondo è stata esposta a 16 giorni di caldo pericoloso per la salute, che diventano 20 per neonati e anziani.

Secondo la direttrice esecutiva Marina Romanello, “la distruzione di vite e mezzi di sussistenza continuerà finché non porremo fine alla dipendenza dai combustibili fossili e non aumenteremo gli sforzi di adattamento”.

L’inquinamento derivante dalla combustione di carbone, petrolio e gas continua infatti a essere una delle principali minacce per la salute pubblica, con 2,5 milioni di morti ogni anno. Nonostante questo, nel 2023 i governi hanno speso 956 miliardi di dollari in sussidi ai combustibili fossili.

I segnali positivi

Nonostante il quadro allarmante, il Lancet Countdown riconosce alcuni progressi: la riduzione del carbone ha evitato 160.000 morti premature ogni anno tra il 2010 e il 2022 e la produzione di energia da fonti rinnovabili ha toccato livelli record. Nel 2023 oltre 16 milioni di persone hanno lavorato nel settore delle rinnovabili, con un aumento del 18% in un solo anno.

Il settore sanitario globale, tra i più esposti, ha ridotto le proprie emissioni del 16% tra il 2021 e il 2022 e quasi due terzi degli studenti di medicina nel mondo hanno ricevuto una formazione specifica su clima e salute.

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