Mettere la testa sotto la sabbia, sport preferito dai negazionisti climatici, non aiuta ad abbassare le temperature del nostro caro vecchio pianeta. E men che mai quelle italiane. Secondo l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) del CNR, il mese di marzo 2025 è stato in Italia il sesto più caldo mai registrato, con la temperatura media che si è attestata a 1.42 gradi in più rispetto al periodo 1991-2020. Il riscaldamento è stato di 1.14° nel nord Italia (8° più caldo dal 1800), di 1.52 nell’Italia centrale (2° più caldo) e di 1.61° nell’Italia meridionale (3° più caldo). Da notare in particolare le temperature minime, che sono state più calde di ben 1.63 gradi (4° anno più caldo). Meglio le temperature massime, che sono state sopra le medie “solo” di 1.21 gradi.
L’Italia ha quindi avuto un riscaldamento inferiore a quello dell’Europa, che secondo Copernicus ha registrato il marzo più caldo dall’inizio delle misurazioni e a quello globale, che è stato il secondo. Anche in un anno senza l’effetto della corrente calda tropicale del Nino, le temperature nel nostro Paese restano però molto alte. Anche perché l’inverno è stato molto mite. A gennaio il riscaldamento è stato di 1.76° (terzo gennaio più caldo di sempre), a febbraio invece l’anomalia è stata di 1.58° e considerando i primi tre mesi di quest’anno il riscaldamento è stato pari a quello di febbraio, quindi di 1.58° gradi: il più caldo dal 1800 ad oggi.
Un trend micidiale
Inoltre il 2024 è stato in Italia l’anno più caldo da quando si hanno osservazioni. Secondo l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) del CNR la temperatura della penisola è stata superiore di 1,36°C rispetto alla media degli ultimi 30 anni (1991-2020), con un picco al centro e al sud (1.43° e 1.45°). Ma se guardiamo all’epoca preindustriale, il riscaldamento è quasi doppio.
In Italia già da metà degli anni ’90 abbiamo superato la soglia del grado e mezzo. Il 2024 è stato 3,22°C al di sopra dell’era preindustriale”, sottolinea Michele Brunetti, dirigente di ricerca dell’ISAC del CNR di Bologna, storico responsabile del monitoraggio delle temperature italiane. Un monitoraggio che mostra un trend chiaramente in rialzo. Se analizziamo il riscaldamento dal 1800 a oggi, si registra infatti un incremento medio di 0,10°C per decennio. Estendendo il periodo dal 1900 a oggi, l’aumento sale però a 0,16°C per decennio e dalla metà del secolo scorso, nel 1950, l’incremento è di 0,28°C per decennio, mentre dal 1980 a oggi raggiunge i 0,44°C per decennio. Sempre peggio.