21 Dicembre 2024
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Arte, Cultura

In Sicilia meraviglioso percorso mitologico di Igor Mitoraj

22.03.2024

Parco Archeologico di Siracusa, Etna e Ortigia. Trenta opere maestose dislocate lungo un percorso espositivo suggestivo. S’intitola “Mitoraj. Lo sguardo, Humanitas, Physis”, la più grande mostra a cielo aperto dello scultore polacco vissuto in Sicilia, che tratta la condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo.

C’è un motivo se la cultura classica è sempre attuale e continua ad affascinare: usa un linguaggio umanamente universale ed eterno. Ci ha donato con ogni probabilità la più bella e grande arte che il nostro tempo abbia mai conosciuto e non cessa di essere fonte di riflessione e ispirazione. Igor Mitoraj, scultore polacco contemporaneo (1944-2014), ha creato ogni sua opera ispirandosi all’arte classica e mettendola in dialogo con la contemporaneità: dal 26 marzo 2024 fino a ottobre 2025, la Sicilia ospiterà quella che è stata annunciata come la più grande mostra a cielo aperto dello scultore, dal titolo “Mitoraj. Lo sguardo, Humanitas, Physis”. Trenta opere maestose saranno dislocate lungo un percorso espositivo in tre tappe. Quasi tutte le statue saranno sistemate all’interno del Parco Archeologico di Siracusa; invece il Teseo screpolato e Ikaria sono stati posizionati in luoghi isolati e suggestivi: il primo è collocato sul versante sud-est dell’Etna, a 2000 m di quota, la seconda si trova a Ortigia, accanto al Castello Maniace, rivolta al mare. Entrambe le sculture sono poste in una posizione strategica ed entrano in armonia perfetta con il paesaggio attorno. Il titolo della mostra condensa questa profonda operazione concettuale in due parole classiche, humanitas e physis, dense di significato e di storia. L’humanitas è un ideale elaborato da diversi autori latini, che lo impiegano in modo differente, provocando una stratificazione di significati che coinvolge le idee di civiltà, umanità, cultura e moralità: l’humanitas concerne l’educazione dell’uomo, la dignità della sua esistenza, la libertà di pensiero, la nobiltà dell’anima. Non meno complesso è il concetto di physis, che nasce nel contesto della filosofia greca: esso racchiude il senso di “natura” e di “vita”. Indica un’ancestrale forza generatrice, l’essenza o origine della vita. È un concetto diffuso, che abbraccia tutta l’umanità, perché recupera e valorizza il viscerale legame tra la natura e l’uomo.

È chiaro che l’arte di Mitoraj guarda all’uomo e, in particolare, alla condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo. L’artista non celebra la bellezza, la perfezione delle forme, la compiutezza, è tutto il contrario: le sue sculture parlano di umanità, sinonimo di fragilità, sensibilità, stupenda imperfezione. Si ispira alle forme classiche ma non aspira a quel tipo di bellezza, che sa bene essere irraggiungibile. La sua classicità è usata per essere decostruita, perché diversa è l’inclinazione dell’animo umano oggi e i suoi pezzi scultorei sono volutamente incompleti, mancanti di qualcosa. Dall’immaginario classico, Mitoraj recupera sia le forme artistiche sia i personaggi, uomini e donne del mito greco e romano, che danno il nome a quasi tutte le sue sculture: Ikaro, Teseo, Tindaro, Dedalo, Eros, etc. Sono eroi caduti – ma pur sempre eroi – rappresentati da busti erosi, teste bendate, corpi mutili: sculture imponenti ma frammentate che sono pensate, come ha dichiarato lo stesso artista, per essere esposte in natura, per costruire uno scambio tra creazioni artistiche e paesaggio. Questo è quanto accade in molte delle mostre che Mitoraj ha realizzato nel corso della sua carriera.

Igor Mitoraj è uno scultore di origine polacca, formatosi a Parigi negli anni ’70, un decennio che per lui rappresenta molto: nel 1976 realizza la sua prima mostra e nel 1978 si trasferisce in Italia, a Pietrasanta, dove aprirà un Atelier. Nel 1996 la Sicilia accoglie per la prima volta i lavori di Mitoraj con la mostra Gli dei sono ancora qui, svoltasi a Siracusa. Altre esposizioni seguiranno nel 2007 a Palermo, nel 2011 nella Valle dei Templi di Agrigento e nel 2021 nella città di Noto.

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