12 Marzo 2025
Milano, 11°

Ambiente, Cronaca

Inferno di fuoco e veleni nel mare del Nord

11.03.2025

Carburante ma anche cianuro di sodio e gas infiammabile. È altissimo il rischio di un disastro ambientale nel mare dl Nord dove la collisione fra una petroliera e una portacontainer ha fatto scattare una drammatica emergenza a poche miglia dalle coste britanniche dell’Inghilterra nordorientale, innescando lo spettro di una catastrofe ambientale la cui entità è ancora da definire. L’incidente ha coinvolto un cargo tedesco battente bandiera portoghese, il Solong, e una petroliera svedese battente bandiera americana, la Stena Immaculate, carica di carburante destinato a jet militari Usa, secondo i media d’oltre Manica. O, più genericamente, “alla Us Navy”, secondo quanto confermato poi dal Pentagono.

Sono intanto state sospese le ricerche del membro dell’equipaggio disperso dopo la collisione. Una sola persona ha richiesto un ricovero in ospedale mentre gli altri membri degli equipaggi sono rimasti illesi o solo contusi, in particolare quelli della petroliera, costretti a un precipitoso abbandono della nave dall’intensità del rogo sprigionatosi a bordo e da una micidiale sequenza di deflagrazioni nella stiva.

Secondo ricostruzioni convergenti, la Solong, salpata a pieno carico dallo scalo scozzese di Grangemouth e in navigazione a una velocità di 16 nodi in direzione del terminal olandese di Rotterdam, ha speronato la Stena Immaculate, quasi ferma dopo aver gettato le ancore di fronte al porto inglese di Hull (East Yorkshire). I responsabili delle autorità portuali di questa città hanno raccontato di aver visto all’orizzonte qualcosa di simile a “un’imponente palla di fuoco”. Quindi si sono uditi diversi boati, mentre fiamme e colonne di fumo nero s’innalzavano nel cielo.

A mano a mano che emergono informazioni su ciò che le due navi trasportavano “cresce esponenzialmente l’inquietudine” per gli svariati rischi che la dispersione della sostanze chimiche potrebbe rappresentare per la vita sottomarina”, ha detto Paul Johnston, ricercatore presso i Greenpeace Research  Laboratories e docente alla Exeter University, in Inghilterra.

L’armatore svedese della petroliera, di proprietà del gruppo Stena della famiglia Olsson e affittato per questo viaggio allo spedizioniere californiano Crowley, ha confermato che l’urto ha provocato “uno squarcio in un serbatoio di carico”, con conseguente sversamento in mare di parte del cherosene trasportato. Intanto s’indaga pure sulle cause dello speronamento, originato secondo le prime ipotesi da un possibile errore di gestione del sistema di pilotaggio automatico della Solong: errore che avrebbe portato il cargo, 140 metri di lunghezza, in rotta di collisione con il tanker (183 metri x 32) ormai ormeggiato, malgrado condizioni meteomarine e di visibilità non estreme.

A Grimsby, città portuale e operaia, le autorità marittime hanno imposto il blocco navale. Nessuno può lasciare i porti della zona: divieto di navigazione e una no fly zone di 8 chilometri intorno al luogo dell’incidente. Qui l’ecosistema, la fauna marina e selvatica sono rigogliosi, tanto che Humber è un’area protetta, tra pulcinelle di mare, sule, gazze marine, foche, senza contare gli uccelli migratori in questo periodo dell’anno.

Il disastro della petroliera “rischia di essere catastrofico per l’ambiente”, secondo Greenpeace. Colpa del carburante per aerei, a base di kerosene, presente nella petroliera speronata e che si sta già riversando in quantità significative in mare. Così come il diesel delle due imbarcazioni. Ma quello che preoccupa maggiormente sono i 15 container di cianuro di sodio stivati a bordo del Solong. Agente chimico estremamente tossico, il cianuro di sodio è altamente solubile in acqua e potrebbe causare una strage tra la fauna marina, qualora fosse stato rilasciato in alte quantità. Inoltre, sempre dall’acqua, in certe condizioni potrebbe sprigionare nuvole di gas nocivo.

A tingere ulteriormente di giallo la vicenda, i legami con l’industria della difesa della Stena Immaculate, approdata nelle scorse ore presso Hull dopo essere salpata come ultima tappa dal porto greco di Agioi Theodoroi: trattandosi di una petroliera inserita in un registro ristretto di una decina di unità civili autorizzate anche a eseguire trasporti per conto delle forze armate Usa. Nave che aveva a bordo carburante commissionato dalla Marina americana; e diretto probabilmente a rifornire caccia a stelle e strisce schierati in gran numero nel Regno Unito fra le diverse basi militari aeronavali che Washington condivide con l’alleato britannico.

Il governo britannico di Keir Starmer ha dal canto suo ammesso, per bocca di una portavoce di Downing Street, che l’incidente è “estremamente preoccupante”, assicurando indagini e controlli approfonditi.  Per il momento, come spiegano alte fonti della Marina britannica alla Reuters, non ci sono indicazioni di “attività ostili straniere”. E l’esercito Usa sottolinea: “Le nostre operazioni non verranno interrotte”.

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