21 Novembre 2024
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Salute, Sanità, Società

Infertilità, aumentano le probabilità di procreare

Le nuove tecniche di Fecondazione assistita aumentano del 30% i casi di successo. I bambini nati a tre anni dall’inizio della procedura nel 2020 erano il 42%, contro il 32% del 2010, con picchi fra il 70 e l’80% nelle donne under 38. Ma i motivi dell’infertilità restano quelli. Tutti i dettagli.

Quello della fecondazione medicalmente assistita non è un percorso facile per le coppie che decidono di intraprenderlo, ma le prospettive di successo sono in aumento. Uno studio condotto da ricercatori e medici del gruppo Genera, e presentato al congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia ad Amsterdam, ha rilevato che le probabilità di avere un bambino grazie a questa pratica sono il 30% in più rispetto a 10 anni fa.
La ricerca ha analizzato i dati relativi a 6.600 coppie che si sono sottoposte alla “procreazione medicalmente assistita”. Si è notato che i bambini nati a tre anni dall’inizio della procedura nel 2020 erano il 42%, contro il 32% del 2010, con picchi fra il 70 e l’80% nelle donne under 38 con una normale riserva ovarica. Ma non è l’unico dato positivo: alle maggiori probabilità di concepimento si accompagna il dimezzamento degli aborti spontanei (dal 12% a meno del 6%) e un calo delle donne con parto gemellare (dal 7,5% allo 0,5%).
Nel corso degli anni le tecniche di fecondazione assistita sono migliorate, e lo hanno fatto di pari passo anche i risultati ottenuti. Per raggiungere questo traguardo alcune pratiche sono state determinanti: dall’uso di terapie ormonali personalizzate, al test genetico preimpianto, al congelamento dei gameti e degli embrioni prima di procedere con il trasferimento per avere tempo di ottimizzare le condizioni dell’utero, all’adozione dell’approccio multiciclo che prevede la possibilità di fare più tentativi. Inoltre, l’IA si è rivelata essere uno strumento utile per valutare le condizioni degli embrioni generati con Pma (Procreazione medicalmente assistita) al fine di selezionare i più adatti all’impianto, al pari di come fanno gli operatori umani. Un altro aiuto alla fertilità potrebbe arrivare anche da percorsi personalizzati di nutrizione, che potrebbero massimizzare le probabilità di concepimento nelle donne con problemi di infertilità.
In una società in cui nascono sempre meno bambini, quelli che vengono alla luce tramite Pma sono paradossalmente sempre più.

Gli italiani che hanno fatto ricorso alla scienza per avere un figlio sono aumentati del 73% nel decennio tra il 2012 e il 2022, anno in cui i trattamenti sono stati 109.755. Nello stesso periodo, il 4,25% dei bambini nati vivi era stato concepito “in laboratorio”. In totale, a 20 anni dall’approvazione della legge che regola la Pma in Italia, i nati grazie a queste tecniche superano i 217mila.
I motivi per cui sempre più coppie si rende necessaria la Pma sono molti. Prima di tutto, si inizia a pensare a “mettere su famiglia” sempre più tardi, sia a causa dell’incertezza economica sia perché spesso è più tardivo anche il raggiungimento di quella emotiva. I casi di infertilità inoltre sono in aumento e sono collegati a stili di vita poco salutari (fumo, consumo di alcool, vita sedentaria o troppa attività fisica), ma anche a fattori ambientali come plastiche, pesticidi, antiparassitari, diossine, additivi e metalli pesanti presenti nell’aria e nei cibi e che possono alterare il funzionamento degli ormoni.

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