3 Dicembre 2024
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Cronaca, Economia, Società, Turismo

Inseguiti anche in campeggio

Poteva essere la soluzione ideale, ma anche lì si è speso comunque un 22% in più rispetto all’anno precedente. Nessun risparmio per chi vuole godersi il periodo estivo. I rincari hanno colpito su tutti i fronti arrivando persino ai gelati. Una settimana al mare è venuta a costare il 10% in più, in montagna il 4%. Tutti i dettagli.

Quella per le vacanze è diventata una spesa sempre più difficile da sostenere per gli italiani. In parte è dovuto a un aumento generale del costo della vita, a fronte di una stazionarietà degli stipendi, che toglie la possibilità di mettere qualcosa da parte da spendere per il divertimento estivo. Ma sono schizzati alle stelle anche i prezzi strettamente legati alla villeggiatura. Dagli affitti di camere d’hotel e appartamenti al noleggio degli ombrelloni, dal biglietto di treni e traghetti ai ristoranti, dai ticket dei parcheggi al gelato: tutto costa di più.
La settimana più cara del 2024 è stata, come sempre del resto, quella del Ferragosto, con i prezzi balzati ancora più in alto rispetto al passato. Confrontandolo con quelli del 2023, il costo delle camere d’albergo secondo Federconsumatori è aumentato mediamente del 17%. La vacanza di una settimana in una località marina è venuta a costare il 10% in più, in montagna il 4%. Optare per il campeggio può forse aver fatto risparmiare, ma si è speso comunque un 22% in più dell’anno prima. Una volta prenotato l’alloggio al mare, chi ha scelto di noleggiare anche lettino e ombrellone per godere un po’ di relax in spiaggia ha dovuto mettere in conto il 4% in più rispetto alla scorsa estate, quando già le tariffe erano aumentate del 5% rispetto al 2022: un +9% in soli due anni.
Chi ha viaggiato in traghetto ha speso più dell’anno scorso: l’aumento medio è del 6,3%. Ma anche chi ha scelto l’aereo è andato incontro al rincaro, precisamente un 7% nei 4 mesi estivi per i collegamenti dell’Italia con il resto d’Europa, mentre la media è del 21% per i voli nazionali (con addirittura picchi del +34% nel mese di giugno). Si tratta di un dato curioso soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che in generale, negli altri Paesi Ue, i voli hanno iniziato a costare gradualmente meno. Va veloce anche l’aumento dei biglietti dei treni: un +9,3% nel periodo estivo, secondo una ricerca Istat.

Brutte sorprese pure per chi si è mosso in auto: anche se piccoli, i rincari ci sono eccome. A cominciare dal costo dei carburanti, salito in un anno fino all’1,59%, e proseguendo con quello delle autostrade aumentato del 2,2%. Per non parlare di quanto si può arrivare a spendere per il “lusso” di una sosta alla stazione di servizio, dove per un panino si possono pagare anche 8 euro e per un cappuccino il 12% in più di quanto lo si paga in città. E alla fine il parcheggio, che in 12 mesi ha visto un +2,1% medio sulle tariffe. Quello dell’aumento spropositato del conto al ristorante è un altro tasto dolente. Le cene fuori sono sempre più salate: secondo dati Istat la media è +3,6% per i ristoranti e +3,1% per le pizzerie. Per non parlare dei gelati, i cui prezzi sono saliti del 29,6% nel giro di 3 anni: aumenti quasi doppi rispetto al tasso di inflazione che portano 1 kg di prodotto artigianale a 28 euro. Questo a fronte, come dicevamo, di stipendi che non vedono incrementi ormai da tempo. Gli italiani, tuttavia, non rinunciano a qualche giorno di stacco dalla routine e sono addirittura aumentati del 2,3% quelli che si sono concessi una vacanza. Non potendo contenere le spese però, si taglia la durata: il soggiorno medio è di 3-5 giorni e chi può cerca ospitalità da amici e parenti.

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