27.12.2024
In isolamento nel carcere di Evin, è “in buone condizioni fisiche”
Milano, 27 dic. (askanews) – Per il caso della giovane reporter Cecilia Sala detenuta in Iran “tutto il Governo, in primis il Presidente Giorgia Meloni e il Ministro Tajani, si è mosso per farla liberare”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto sui social. “Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro”, ha aggiunto. Secondo Crosetto “le trattative con l’Iran non si risolvono, purtroppo, con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare, ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello. L’Italia lavora incessantemente per liberarla, seguendo ogni strada”.
Su disposizione del vicepremier e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, l’Ambasciata e il Consolato d’Italia a Teheran stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio. Oggi Sala ha ricevuto la visita consolare in carcere dell’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei. La giovane è rinchiusa nel carcere di Evin, nella capitale iraniana, in una cella di isolamento. Si tratta della stessa prigione in cui il regime iraniano trattiene i dissidenti arrestati, e in cui ha trascorso 45 giorni anche la “travel blogger” romana Alessia Piperno prima di essere liberata e fare ritorno in Italia.
Sala, giovane reporter, è in una cella di isolamento: a quanto si apprende si trova “in buone condizioni fisiche” ed è “molto determinata a difendere il suo lavoro”. L’ambasciatrice d’Italia Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della dottoressa Sala. La famiglia è stata informata dai risultati della visita consolare.
Secondo una nota di Chora Media (per la quale Sala firma il noto podcast ‘Stories’) “Cecilia era partita il 12 dicembre da Roma per l’Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta”. La giovane reporter “aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del suo podcast”. Sala sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto. “Conoscendo Cecilia, che ha sempre mandato le registrazioni per le puntate del podcast con estrema puntualità anche dal fronte ucraino nei momenti più difficili, ci siamo preoccupati e, insieme al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri abbiamo allertato l’Unita di Crisi del Ministero degli Esteri”.
Il suo telefono si è riacceso nel pomeriggio di venerdì 20: “Cecilia ha chiamato sua madre e le ha detto che era stata arrestata, portata in carcere e che aveva avuto il permesso di fare una breve telefonata. Non ha potuto dire altro”, aggiunge la nota. “Da quel momento è cominciata l’attività delle autorità italiane, in cui riponiamo tutta la nostra fiducia e con cui siamo in costante contatto, per capire cosa sia successo e per riportarla a casa”, viene aggiunto da Chora.