5 Settembre 2025
/ 5.09.2025

Israele minaccia ancora, ma la Flotilla parte con 60 navi

La Global Sumud Flotilla sfida le onde e i divieti sostenuta da un'ondata di manifestazioni in tutta Italia. E mentre la comunità internazionale chiede un cessate il fuoco, Israele continua la sua opera di distruzione

Il sole di settembre filtra a fatica tra le nuvole basse mentre le onde si infrangono contro le fiancate delle navi della Global Sumud Flotilla. L’aria sa di salsedine e di adrenalina: ogni movimento sul ponte deve essere calcolato, ogni onda rispettata. La meta è Gaza, e a bordo, tra le casse di cibo e medicinali, si respira una determinazione palpabile. Ognuno dei circa 200 attivisti – provenienti da 44 Paesi, dalla Nuova Zelanda alla Malesia, passando per Colombia e Irlanda – sa di partecipare a qualcosa di più grande di sé. Il nome della missione, “Sumud”, non è casuale: significa “fermezza”, e in ogni gesto dei volontari quel concetto prende vita.

La partenza dal porto di Barcellona, il 1° settembre, è stata un banco di prova. Cinque imbarcazioni hanno dovuto tornare indietro, sconfitte dal mare agitato. Le altre hanno continuato, decise a incontrare il resto della flotta – proveniente da Genova, Sicilia, Tunisi e Grecia – al largo della Tunisia. Il raduno, inizialmente previsto per il 4 settembre, è stato rinviato al 7 a causa delle condizioni meteo. Alla fine, più di 400 persone su circa 60 navi si preparano a sfidare le onde per consegnare aiuti vitali a Gaza.

Sui ponti, l’atmosfera è un misto di tensione e speranza. Si scambiano storie di viaggi precedenti, si studiano le rotte, si controllano le provviste. Le conversazioni oscillano tra consigli tecnici e racconti personali: chi ha lasciato una famiglia a casa, chi ha percorso migliaia di chilometri per essere qui. E tra un’onda e l’altra, la consapevolezza della missione si fa sempre più forte. La traversata del Mediterraneo, stimata tra i 15 e i 20 giorni, potrebbe allungarsi fino a fine mese, ma nessuno sembra preoccuparsene troppo.

“Vi tratteremo come terroristi”. È stato il messaggio giunto da Israele, che considera le missioni come la Global Sumud Flotilla una minaccia alla sicurezza nazionale. Il governo sostiene che qualsiasi tentativo di rompere il blocco navale imposto sulla Striscia di Gaza – misura giustificata da Tel Aviv come necessaria per impedire il traffico di armi verso Hamas – non sarà tollerato. Le autorità israeliane hanno più volte avvertito che le navi che tenteranno di avvicinarsi alle acque territoriali di Gaza potrebbero essere intercettate o bloccate.

Dal lato italiano, la presenza della Global Sumud Flotilla provoca cautela più che entusiasmo. Il governo Meloni sottolinea l’importanza di portare aiuti umanitari a Gaza, ma ribadisce che l’Italia non può appoggiare iniziative che mettano a rischio i cittadini o generino tensioni diplomatiche con Israele. A bordo della flotta, questa prudenza si percepisce come un’ombra distante: gli attivisti sanno che il loro gesto, per quanto umanitario, cammina su un filo sottile tra solidarietà e geopolitica. Roma punta invece sui canali istituzionali e sulla cooperazione internazionale, lasciando che la fermezza dei volontari si misuri contro le onde del Mediterraneo, più che contro la diplomazia.

Intanto, in tutta Italia, la mobilitazione civile non si ferma. A Roma, Piazza del Campidoglio ospiterà sabato un incontro con oltre venti associazioni, tra cui Anpi, Articolo 21 e Associazione Stampa Romana, per sostenere la Flotilla e chiedere al governo di schierarsi dalla parte della pace e del diritto internazionale.

Domenica 7 settembre, Alleanza Verdi e Sinistra della provincia di Roma promuove un corteo da Piazza Vittorio a Porta San Paolo, mentre a Napoli gli attivisti inviteranno i cittadini a esprimere sostegno dal molo Beverello con bandiere palestinesi e strumenti per fare rumore. Manifestazioni simili si terranno in altre città, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi umanitaria a Gaza, dove oltre 64.000 persone sono state uccise e 162.000 ferite dall’inizio del conflitto.

Diversi amministratori locali, come il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari, hanno esposto la bandiera palestinese sui palazzi comunali come segno di solidarietà. Personalità e associazioni, tra cui Libera e la comunità islamica in Sicilia, hanno ribadito che la missione è un atto pacifico e legittimo di resistenza civile. L’eurodeputato Sandro Ruotolo ha denunciato il blocco all’istruzione per quasi 660.000 bambini, chiedendo alla comunità internazionale di proteggere l’infanzia e garantire un futuro dignitoso ai minori di Gaza.

Di fronte a queste mobilitazioni, il ministro della Difesa israeliano Katz ha diffuso immagini di bombardamenti su Gaza City, mentre la comunità internazionale invoca un cessate il fuoco immediato. In risposta, Greta Thunberg ha ribadito su X l’impegno della Flotilla a non farsi fermare dalle minacce israeliane, confermando la determinazione dei partecipanti a portare aiuti e testimoniare solidarietà.

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