21 Maggio 2025
/ 21.05.2025

Italia, sparisce l’orchidea più rara, simbolo della biodiversità a rischio

Report di Legambiente. Proteggere il 30% del territorio e del mare? Al ritmo attuale ci vorranno 80 anni.

Dalla Scarpetta di Venere che impreziosiva le Alpi occidentali al Barbone adriatico, fino alla sorprendente Ofride specchio, con il suo fiore che sembra un insetto pronto a volare: l’Italia è un paradiso per le orchidee selvatiche, un vero scrigno di biodiversità. Ma questo scrigno si sta lentamente svuotando.

Nel nuovo rapporto “Biodiversità a rischio 2025”, Legambiente lancia l’allarme: su 240 specie di orchidee presenti in Italia, circa un quarto è endemico, cioè vive solo qui. Eppure, proprio queste meraviglie della natura stanno scomparendo sotto i colpi della crisi climatica, del consumo di suolo, delle raccolte illegali e di politiche poco lungimiranti.

Il simbolo del disastro è l’orchidea più rara della Penisola, Dactylorhiza elata subsp. sesquipedalis, estinta in Sardegna nel 2025. Una trentina di esemplari censiti negli anni ’80, solo tre rimasti nel 2020. Ora, più nulla. Un’estinzione silenziosa, che dice molto del nostro disinteresse verso i piccoli grandi tesori della natura.

Ritardi gravi, strategie ferme

Il report denuncia anche il grave ritardo dell’Italia nel raggiungere gli obiettivi della Strategia europea per la biodiversità 2030. Proteggere il 30% del territorio e del mare? Al ritmo attuale ci vorranno 80 anni. Troppi, per un Paese che vanta 25 parchi nazionali e una straordinaria ricchezza biologica. Serve un’accelerazione, risorse certe, e soprattutto la volontà politica di agire.

A cinque anni dall’entrata in vigore della strategia sulla biodiversità 2030, l’Italia, denuncia Legambiente, ha una lunga lista di parchi e riserve in attesa di istituzione: alcune previste da leggi del Parlamento o dei Consigli regionali e ferme a causa di complessi iter amministrativi, altre richieste da tempo dalle comunità locali o da associazioni. Il risultato è che ci sono territori che inseguono la “chimera” dell’area protetta da 34 anni, come per il Parco nazionale del Gennargentu e del Delta Po, mentre per il Parco Nazionale della Costa Teatina, “solo” da 24, o da 18 anni come per i Parchi nazionali siciliani (Egadi, Eolie e Iblei).

Le orchidee, tra fioriture spettacolari e nomi poetici – Orchis patens, Ophrys lunulata, Liparis loeselii – sono indicatori preziosi della salute degli ecosistemi e dei ritardi della tutela. Dove crescono loro, la natura è ancora in equilibrio. Dove scompaiono, qualcosa si è spezzato.

Un futuro da salvare

Solo quattro orchidee italiane godono della protezione della direttiva Habitat europea. Un numero ridicolo, che non tiene conto delle nuove minacce. E se oggi la raccolta è vietata e punibile, nella pratica la tutela è demandata alle singole Regioni, con risultati a macchia di leopardo.

Legambiente chiede un cambio di passo netto: più parchi, più controlli, più sensibilizzazione. E anche un investimento nella bellezza: perché tutelare le orchidee non è solo difendere dei fiori, ma un’idea di Paese che valorizza la sua natura, i suoi paesaggi e il suo futuro.

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