17.03.2024
Dal 2010 al 2023, 120 concerti senza confini. Così il foto-racconto “Vivo dal vivo” di Carlo Massarini restituisce, concerto dopo concerto, le emozioni vissute “dal vivo” attraverso parole, immagini, interviste ai protagonisti e QR code.
Musica, sempre musica. L’ha utilizzata come passepartout per esplorare mondi nuovi, facendogli scoprire l’altro lato di una realtà sfaccettata. Grazie a Peter Gabriel si è appassionato di tecnologia; David Bowie, anche pittore, gli ha sollecitato il gusto per l’arte. Il legame di Carlo Massarini con le note è un percorso di vita intrecciato alla professione privilegiata di chi ha visto e sentito suonare i grandi (e meno grandi) del panorama musicale, di ieri e di oggi. Così, il giornalista e divulgatore di bianco vestito, modello Mister Fantasy (la trasmissione tv innovativa dei record), ribaltando lo schema prefissato di mode datate ancorate a logiche commerciali, ha trasformato una passione giovanile in forma esistenziale contro affanni quotidiani, tesa alla proposizione costante di generi alternativi capaci di allargare gli orizzonti. Quel piacere bulimico per i suoni (nessuno escluso) ha riacceso la passione fiammeggiante di raccontare il passato (oltre quarant’anni) senza seduzioni nostalgiche, ma come architrave per comprendere il mondo delle note in continuo divenire (dagli Anni ’60). Lungo il filo tenace di dischi come primizie, lp, album in fila indiana d’un variegato mondo d’artisti, privilegiando la presa diretta del live, veicolato poi dalle onde della radio e dalle immagini televisive: per gustare insieme un’esibizione, condividere un’emozione.
Eccoli, allora, 13 anni di concerti (ben 120) che riempiono l’ultimo libro “Vivo dal vivo 2010 – 2023”, costellato di foto (le sue), interventi ed interviste, fino a far vibrare le performance di cantanti e band con l’appendice di Qr che rinviano ai video, nell’ampliare l’offerta di un diario multi-crossmediale affollato di parole, commenti, ma anche flash nel backstage capaci di restituire l’effetto presenza. Perché “la passione senza pregiudizi” (come dice) si dilata in seduzione sottile, nel climax che solo la musica suonata dal vivo riesce a regalare, creando percorsi sotterranei ed incroci fantastici, nel rapporto intimo tra musicisti ed esibizione (il corpo che si fa musica nei click speciali di Mani e piedi) motore dell’arte, un rito collettivo (sciamanico) che scongiura la solitudine sociale d’oggi (la fantasia al potere: un ricordo) proiettando tutti verso un altrove. Massarini sa che prima dell’avvento della World Music, quando la produzione scorreva sull’asse limitante America-Inghilterra del rock-black music-jazz, gli scenari sono mutati a favore d’una ricerca musicale più ampia legata a scoperte inedite.
Le contaminazioni afrocaraibico-sudamericane con propaggini asiatiche innervano un contenitore sonoro sempre più mixato, senza confini (né passaporti), che lascia spazio alla visibilità mediatica e imprenditoriale, trasformando il concerto in divertimento e intrattenimento. Uno spettacolo fantasmagorico, con il palco a 100 metri negli stadi, e gli artisti-formichine grandi solo nei mega-schermi, a dispetto di un rapporto quasi tattile con i protagonisti (privilegiato dal nostro) nei music club. E, a ritmo frenetico di fotogrammi swing e rock, Massarini rimbalza da Leonard Cohen, Prince, Burt Bacharach a Elvis Costello, agli U2, da Gotan Project, Paul McCartney (Copenaghen) a Peter Gabriel, a Jovanotti, da Ezio Bosso, Pino Daniele a Franco Battiato, a Ivano Fossati, a Clapton – Winwood (Berlino), con gli artisti che nel finale ringraziano, in una sarabanda di emozioni che si nutrono di musica, conducendo i lettori nell’isola che c’è. Largo ai ricordi, migliori della realtà!