Quando nelle batterie il gioco si fa duro, i cinesi iniziano a giocare. Nei giorni scorsi Northvolt, la startup svedese che ambiva ad essere la punta di diamante dell’Europa nella produzione di batterie per veicoli elettrici, ha dichiarato fallimento in Svezia – anche se le filiali americana, già sottoposta a ristrutturazione secondo il chapter 11, e quella tedesca, per ora restano operative – dopo aver subito la cancellazione di diversi ordini da parte dei costruttori e non esser riuscita a trovare nuovi finanziatori per i suoi progetti. Per adesso sembra un game over per la speranza europea di avere una azienda continentale produttrice di batterie a partecipare con un ruolo da protagonista alla rivoluzione verde della mobilità. E così sarà sempre più Cina.
“Su base regionale – osserva il rapporto diffuso a fine 2024 da Bloomberg NEF – i prezzi medi dei pacchi batteria hanno toccato i livelli più bassi in Cina, con 94 dollari/kWh. Il costo dei pacchi di batterie negli Stati Uniti e in Europa erano più alti del 31% e del 48%, il che riflette la relativa immaturità di questi mercati, nonché i costi di produzione più elevati e i volumi inferiori. Le differenze di prezzo per il Nord America e l’Europa rispetto alla Cina sono state maggiori rispetto agli ultimi anni, perché il calo dei prezzi è stato più accentuato in Cina. Quest’anno le aziende cinesi hanno dovuto affrontare una forte concorrenza. Queste condizioni hanno determinato un calo dei prezzi e dei margini delle batterie, costringendo molti produttori di batterie a entrare in nuovi mercati, tra cui quello dell’accumulo di energia, e a guardare anche ai mercati esteri disposti a pagare di più per le batterie”.
“I margini per i produttori di batterie – osserva Evelina Stoikou, responsabile del team per la tecnologia delle batterie di Bloomberg NEF e autrice principale del rapporto – si sono compressi. I produttori più piccoli devono affrontare una particolare pressione per abbassare i prezzi delle celle e lottare per la conquista di quote di mercato”. E anche i produttori nuovi o che operano in mercati dove il costo del lavoro è più alto, come Nothvolt, remano controcorrente.
I prezzi scendono
“Oggi la Cina produce oltre tre quarti delle batterie vendute a livello globale – afferma un recente rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) – e nel 2024 i prezzi medi dei pacchi di batterie cinesi sono scesi più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo. Il vantaggio dei prezzi dei produttori cinesi può essere attribuito a quattro fattori principali”. Oltre il 70% di tutte le batterie EV mai prodotte – spiega Iea – sono state prodotte in Cina, creando un ampio know-how manifatturiero. Ciò ha sostenuto l’ascesa di produttori giganti come CATL e BYD, che hanno centralizzato le competenze nel settore delle batterie e guidato l’innovazione. Queste aziende hanno aumentato la produzione in modo più rapido ed efficiente rispetto ai concorrenti e, soprattutto, hanno raggiunto rendimenti di produzione più elevati. Anche l’integrazione della supply chain, a seguito delle acquisizioni da parte di un’unica società e di una stretta cooperazione tra aziende leader, ha sostenuto un’innovazione più rapida e un calo dei costi di produzione, con quest’ultimo che è stato ulteriormente supportato dall’accesso ai prezzi inferiori al mercato dei minerali critici. L’ecosistema cinese delle batterie copre tutte le fasi della catena di approvvigionamento, dall’estrazione mineraria e alla raffinazione alla produzione di attrezzature per la produzione di batterie, precursori e altri componenti, nonché la produzione finale di batterie ed EV”.
E i cinesi lanciano una nuova tecnologia
Il terzo motivo è che i produttori cinesi hanno dato la priorità al fosfato al litio-ferro (LFP), una chimica delle batterie più economica. Inizialmente queste batterie erano ritenute inadatte per le auto elettriche a causa della loro minore densità energetica, ma anni di ricerca e sviluppo da parte dei produttori cinesi le hanno affinato e ora coprono quasi la metà del mercato globale dei veicoli elettrici dopo aver visto più che triplicare la loro quota negli ultimi cinque anni. Oggi, sono circa del 30% meno costose rispetto al loro principale concorrente, le batterie agli ossidi di litio nichel manganese cobalto (NMC), pur offrendo gamme competitive per i veicoli elettrici. Quarto e ultimo motivo, il fatto che la feroce concorrenza nazionale ha plasmato il mercato cinese delle batterie, che ospita quasi 100 produttori. Per mantenere o guadagnare quote di mercato, queste aziende hanno tagliato loro margini di profitto per vendere batterie a prezzi più bassi. Battendo i competitori interni e quelli stranieri. Per questo motivo, osserva l’Iea, “la Cina dovrebbe rimanere a medio termine il più grande produttore di batterie”.
Game over per l’Europa? Forse no
Il vantaggio competitivo dell’industria cinese delle auto e delle batterie elettrica presenta grandi sfide. Molti produttori di batterie in Europa stanno rimandando o annullando i piani di espansione a causa dell’incertezza sulla redditività futura, sottolinea l’Agenzia internazionale per l’energia. I costi di produzione in Europa sono superiori del 50% e al tempo stesso l’ecosistema della catena di approvvigionamento delle batterie è ancora relativamente debole e persiste la mancanza di lavoratori specializzati. Il fallimento di Northvolt – il più grande investimento europeo in un produttore di batterie autoctone – sottolinea le difficoltà di competere con i produttori asiatici. Epperò l’invito e a non disperare, ma a perseverare con intelligenza. La strada è stretta, ma non bloccata.
“Nonostante le sfide in corso”, scrive Iea, “ci sono percorsi per costruire un’industria delle batterie più competitiva in Europa. Tutto inizia con la garanzia di una forte domanda interna, che offre ai produttori il tempo di affinare i processi produttivi e sviluppare forti ecosistemi industriali regionali. Su questo fronte, è essenziale una chiara scelta poltica che segnali una continua crescita della domanda e riduca i rischi di investimento. Va poi detto che gli sforzi per produrre batterie LFP più economiche nella regione stanno iniziando ad espandersi. Negli ultimi due anni, i produttori coreani – tradizionalmente i maggiori produttori di batterie in Europa – hanno perso quasi un quarto della loro quota di mercato nell’Unione europea, che è scesa da quasi l’80% nel 2022 al 60% nel 2024 in parte a causa del crescente successo delle batterie LFP prodotte in Cina. Tuttavia, alcune aziende coreane hanno iniziato a investire nella produzione di batterie LFP in Europa, posizionandosi per competere meglio con i produttori cinesi. Nel frattempo, è probabile che i produttori di batterie cinesi continueranno ad espandere la loro impronta europea, anche attraverso partnership. Progetti come la joint venture tra Stellantis e CATL potrebbe accelerare l’assorbimento delle batterie LFP nella regione, migliorare l’ecosistema delle batterie in Europa e potenzialmente ridurre il divario di costi con la Cina.
Qualsiasi Paese interessato a espandere la produzione ha bisogno di tempo e investimenti per rafforzare la produzione nazionale, sviluppare le proprie competenze e ridurre le lacune nei costi di produzione rispetto alla Cina. Tali sforzi richiedono una domanda sufficiente e sostenuta di batterie e le vendite di veicoli elettrici – che oggi rappresentano l’85% del mercato delle batterie – sono l’unico driver in grado di creare un volume sufficiente.
Il ruolo della collaborazione internazionale
Anche l’implementazione strategica di automazione, digitalizzazione e innovazione ha un ruolo importante nel raggiungimento di rendimenti produttivi sufficienti per competere con la produzione cinese e facilitare la diversificazione delle forniture. Nel frattempo, la collaborazione con i produttori di batterie in carica, attraverso joint venture o accordi di licenza tecnologica, può ridurre i tempi e gli investimenti necessari per la produzione di batterie onshore e sviluppare catene di approvvigionamento domestiche.
Un’altra leva chiave è la collaborazione internazionale. “Molti singoli mercati potrebbero non essere sufficientemente grandi da giustificare gli investimenti necessari nella produzione di batterie e nei loro componenti, e quindi potrebbero richiedere una più stretta collaborazione con altri mercati EV e delle batterie, nonché la cooperazione con Paesi ricchi di risorse come quelli in Sud America e Africa, Australia, Indonesia, per sostenere la filiera”. A breve e medio termine batteria farà ancora rima con Cina, ma nel lungo termine dipende tutto dalle politiche industriali e dalle scelte poltico-strategiche che faremo.