20.06.2024
Cronaca, Esteri, Scienza e tecnologia, Spazio
La guerra diventa satellitare
L’esercito russo neutralizza i segnali GPS dei satelliti Starlink che Elon Musk ha disposto a supporto dell’Ucraina e annuncia l’istallazione di batterie missilistiche “antisatellite”, per disorientare gli eserciti nemici. La Marina americana ripristina i metodi di navigazione antichi.
Chissà se Putin faccia davvero sul serio quando alza il livello dello scontro verbale, eppure gli Stati Uniti ci credono e corrono ai ripari tornando indietro nel tempo. L’allarme sulla minaccia russa, capace (sembra) di poter colpire i satelliti con una batteria di missili, ha portato, infatti, a un ritorno al passato dal punto di vista militare. Visto che la Marina americana ha ricominciato a sottoporre i suoi soldati a dei corsi di navigazione astronomica, perché chissà mai che davvero si resti senza segnale. Pensateci: niente Gps e magari (e, a volte, magari…) senza connessione internet, o comunque scadente. Quello che sta succedendo in Ucraina dove pare che l’esercito russo abbia trovato il modo di disturbare i satelliti di Starlink che Elon Musk ha messo a diposizione di Zelensky. Risultato: i militari di Kiev non riescono più a scambiarsi file di grandi dimensioni e a malapena possono inviarsi dei messaggi.
Ecco perché la stella polare, in tutti sensi, degli Usa è quella di essere pronti a tutto. E per navigare niente di meglio che rispolverare, appunto, i punti di riferimento che per secoli hanno portato le navi all’obbiettivo. La navigazione astronomica è, infatti, una delle pratiche più antiche dell’umanità, utilizzata dai marinai per orientarsi in mare aperto e trovare la propria rotta. Prima dell’avvento della tecnologia GPS, era l’unico metodo affidabile per determinare la posizione di una nave in mare aperto, grazie a sestanti, cronometri ed effemeridi. Ha il grande vantaggio di non dipendere da alcuna tecnologia moderna, rendendola estremamente utile in situazioni in cui non ci sono alternative digitali, ma richiede una conoscenza approfondita della matematica e dell’astronomia, nonché una certa esperienza pratica. Inoltre, le condizioni meteorologiche possono influenzare l’osservazione, rendendo la navigazione impossibile in caso di nuvole o tempeste.
Già qualche anno fa c’era un militare italiano che aveva il compito di insegnare a Marines come trovare la strada di casa, un ufficiale di stanza nel planetario dell’Accademia navale di Annapolis. Alessandro Rinaldi, un siciliano sposato con un’americana, dopo aver frequentato l’Accademia navale di Livorno si era spostato in Texas e Florida per conseguire i brevetti di pilota di elicotteri, finendo poi per arrivare sulle navi militari dove ha avuto anche funzioni di comando. Il suo operato era stato richiesto perché Putin, sempre lui, aveva preso di mira lo spazio in attesa di future invasioni terrestri e perché «i nostri non saprebbero trovare la rotta senza il Gps», dicevano al Comando Militare Usa. Dopo il primo grande allarme il Covid poi ha frenato il programma, ma adesso la minaccia russa si fa seria (visto che i russi smentiscono di avere dei razzi del genere…), ed ecco dunque tornare d’attualità le stelle come punto di riferimento. Perché poi, metti che quel missile esista davvero e il GPS non si trova più.