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Ambiente

La mucillagine dell’Adriatico ha origini scientifiche

22.08.2024

L’Adriatico ha fatto discutere tanto sui social nelle ultime settimane. C’è chi ritiene che sia un’emergenza e chi ricorda di averlo visto in queste condizioni con i propri occhi negli anni ’80 e ’90. La scienza risponde dallo spazio.

Un mare non più blu, o quantomeno azzurro, ma biancastro in tratti di costa decisamente ampi. Qualcuno che va in allarme, altri che parlano addirittura di emergenza, mentre le opposte campane garantiscono che il fenomeno è tutt’altro che nuovo. Anzi: ricordano distintamente di averlo visto con i propri occhi negli anni ’90, ’80, se non anche prima, nelle stesse esatte zone. L’Adriatico ha fatto discutere non poco sui social nelle ultime settimane, per le condizioni delle proprie acque in particolare in Romagna e fino al confine con le Marche. Il motivo? La mucillagine. E allora chi ha ragione? Proviamo a fare un po’ di ordine.

Il tutto ha avuto inizio nella settimana precedente a Ferragosto, quando sulle coste del ravennate e del riminese le acque del mare si sono imbiancate: il fenomeno è stato immortalato sui social da turisti e locali, ma era visibile addirittura dallo spazio, come dimostra il satellite Sentinel-2 del programma Copernicus, gestito dall’Agenzia Spaziale Europea. In realtà era tutto ampiamente prevedibile, seppure in quest’estate la mucillagine si sia rivelata particolarmente abbondante. Ma ci sono delle ragioni.
A provocarne la formazione è il fitoplancton, ma di fatto la mucillagine per il 97% non è nient’altro che acqua. Il resto si compone di polisaccaridi, che sono zuccheri complessi, e una minima parte di proteine. Proprio queste ultime sono tuttavia fondamentali per dare vita al fenomeno, dato che proprio loro sono responsabili dell’unione di detriti e microrganismi vari in un’unica miscela. La cui formazione è dovuta al particolare meteo degli ultimi mesi.
La primavera e l’inizio dell’estate sono state infatti caratterizzate da frequenti e intense piogge, in netta contrapposizione alla siccità degli anni precedenti nel padano. Ciò ha dato vita a diverse conseguenze: l’arrivo a mare di ingenti quantità di detriti trasportati dal Po (inclusi i fertilizzanti usati in pianura), il calo della già bassa salinità dell’Adriatico sulle coste romagnole e l’aumento di fosforo e azoto, contenuti invece nelle deiezioni degli animali allevati in zona.
Tutti questi elementi contribuiscono a ingigantire un fenomeno che di per sé è del tutto naturale. La mucillagine, infatti, si forma da sempre nelle acque salate, ma in quelle dell’Adriatico è più visibile e abbondante a causa della bassa profondità di quei fondali. E quindi, da questo punto di vista, ha ragione chi afferma di averci dovuto già fare i conti nelle stesse zone decenni fa. La sua anomala abbondanza è invece dovuta ai fattori di cui sopra.

Ultimo nodo da sciogliere è quello legato alla sua eventuale pericolosità per l’uomo: ebbene, la mucillagine non è nociva. Nonostante la sua sgradevolezza alla vista non porta infatti nessuna malattia, al contrario di un’altra tradizionale piaga delle estati romagnole come l’Escherichia Coli. Casomai i danni che provoca sono alla fauna dei mari che infesta, dato che la sua presenza toglie ossigeno a pesci e molluschi. Il resto è solo fastidio e, tutt’al più, danni al turismo locale. E in fin dei conti ci si può anche accontentare.

 

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