15 Maggio 2024
Milano, 14°

Esteri

La politica degli USA nei confronti del polo alternativo alla democrazia occidentale

23.06.2023

Il presidente americano non ha mai accusato Xi Jinping di essere un dittatore, una frase male pronunciata e interpretata si è trasformata in un boomerang.

L’incontro del presidente Joe Biden con il primo ministro indiano Narendra Modi si è concluso con le foto di rito e – soprattutto – senza gaffes imbarazzanti. La Casa Bianca è riuscita ad affrontare la seconda foglia del carciofo BRICS – cioé Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, i Paesi che nel decennio scorso sembravano offrire prospettive di crescita molto maggiori del vecchio e stanco Occidente – senza incidenti diplomatici.

È un risultato tanto importante quanto lo è la posizione dell’India nello scacchiere asiatico, dove moltissimi Paesi sono ormai preoccupati per l’espansionismo cinese. Il riarmo dell’Australia e, più in generale, le vendite di caccia F-35 e la partecipazione giapponese al futuro caccia GCAP con Regno Unito e Italia sono tutti segnali evidentissimi della tensione crescente. Avvicinare l’India all’Occidente è vitale, non solo quale polmone industriale alternativo a quello cinese ma anche per il contrasto diretto alla Cina.

Ma l’incontro è stato importante anche perché Biden con Modi, un premier che sotto il profilo politico suscita qualche criticità e perplessità, è riuscito a non fare alcuna delle gaffe delle quali ha costellato la sua lunga e luminosa carriera politica. L’osservazione non è banale, perché qualche giorni prima, poche parole di Biden avevano vanificato il lavoro di ricucitura con la Cina culminato con la visita del segretario di Stato Antony Blinken a Pechino.

Intendiamoci: Biden non ha mai accusato direttamente Xi Jinping di essere un dittatore, come hanno riportato semplicisticamente le agenzie italiane attingendo solo alle fonti cinesi. Non solo la frase incriminata, riportata correttamente dalla grande stampa USA, era «Dico sul serio. È quello che è un grande imbarazzo per i dittatori, quando non sanno cosa è successo». Soprattutto, il suo contesto era quello di non ritenere Xi responsabile dei palloni-spia cinesi nel cielo americano e di giustificare la dura reazione al loro abbattimento con la necessità di salvare la faccia dopo essere stato messo in difficoltà dall’improvvida iniziativa di qualche sottoposto. Purtroppo, Biden non è un oratore facondo e la frase, pronunciata a braccio a una cena di sostenitori del partito democratico, si è trasformata in boomerang.

È presto per vedere se e quando la Cina deciderà di superare la presunta offesa di Biden al suo presidente. Quello che sembra certo è che la politica estera USA è orientata verso un dialogo attivo con i BRICS, con lo scopo di isolare la Russia dagli altri quattro. L’apertura verso la Cina, ormai da molti anni individuata come il principale concorrente nel medio termine, il coinvolgimento dell’India, le tergiversazioni del Sud Africa sulla possibilità di Putin di partecipare al vertice BRICS senza rischiare l’arresto, sono altrettanti segnali della “politica del carciofo” degli USA nei confronti di questo raggruppamento informale di paesi e delle loro velleità di trasformarsi in polo alternativo all’Occidente e alla democrazia.

In questa corsa a ostacoli, la gaffe di Biden è l’ennesimo inciampo verso un traguardo comunque mutevole e incerto. Anche se, in termini sostanziali, basterebbe leggere l’articolo 1 della costituzione del 1982 per scoprire che la Cina si autodefinisce “Stato socialista soggetto alla dittatura democratica del popolo” e che quindi, in punta di diritto, forse non è troppo sbagliato definire Xi dittatore. Ancorché democratico e del popolo.

Condividi